Le mascherine erano e restano uno dei modi più efficaci per fermare il Coronavirus. Di fronte ad esse non c’è variante, neppure la famigerata Omicron, o le sue varianti che possa comportarsi in maniera diversa: il rischio di contagio viene ridotto e in molte situazioni, se si adottano le giuste precauzioni e la giusta tipologia di mascherine, addirittura virtualmente cancellato.
È questa la ragione per cui in alcuni luoghi e specifiche situazioni al chiuso, sono state obbligatorie. Ad esempio sui mezzi di trasporto, spazi chiusi, mezzi pubblici, negozi, cinema, convegni per finire con uffici e negozi. Quest’ultimo è stato a lungo il caso dell’Italia che aveva prima cancellato l’obbligo e poi reintrodotto su scala nazionale con il cosiddetto “decreto festività”, emesso il 23 dicembre dopo che molte regioni avevano deciso di ripristinarlo nei loro territori di competenza.
Le nuove regole per le mascherine
Dal primo maggio 2022, dopo una serie strette progressive che hanno condotto per un lungo periodo fin all’obbligo delle mascherine all’aperto, il governo ha deciso un allenamento. Questo protocollo, valido fino alla fine a metà giugno, aveva reso obbligatorio l’uso delle mascherine FFP2 sui mezzi di trasporto, nei cinema e luoghi dei concerti, competizioni sportive al chiuso e presso le strutture per sanitarie. L’obbligo già da fine maggio era caduto per bar, ristoranti, hotel, supermercati, musei e diversi altri luoghi.
Fino alla fine di giugno le mascherine erano comunque obbligatori sui luoghi di lavoro ma sulla base di un accordo tra parti sociali, ministero del Lavoro e della Salute e Inal. Lo stesso obbligo non valeva, piuttosto sorprendentemente, per chi lavorava nel settore pubblico dove con una circolare la mascherina veniva solo “raccomandata”.
Tutte queste regole sono però ora mutate
Obbligo mascherine sui mezzi di trasporto (non sugli aerei)
Se si parla di obbligo, di fatto, dal 15 giugno le mascherine restano obbligatorie solo sui mezzi di trasporto. In particolare
- navi e traghetti
- treni interregionali, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità;
- autobus interregionali
- Servizi di trasporto pubblico locale o regionale;
- mezzi riservati al trasporto scolastico fino al secondo grado
Come si nota le mascherine non sono più obbligatorie ma solo raccomandate nel campo del trasporto aereo. La ragione per cui mentre si vola le mascherine possono essere tolte risiede in una ragione tecnica e una di stampo normativo europeo.
Da una parte il primo le cabine degli aerei hanno sistemi di aerazione con un ciclo di riciclo dell’aria capace di contenere il contagio, dall’altra l’Agenzia europea della sicurezza aerea ha eliminato l’obbligo generalizzato di mascherine sui voli e negli aeroporti.
Anche se per i Paesi europei aderenti non c’era la necessità di cancellare le mascherine, l’Italia era uno delle poche nazioni che prevedano il loro utilizzo in qualche caso con effetti grotteschi. Ad esempio si segnalano situazioni in cui dopo il decollo su un volo internazionale, i piloti segnalavano che l’obbligo avrebbe avuto effetto fino al sorvolo del territorio italiano, successivamente i passeggeri avrebbero potuto togliere le mascherine.
Via l’obbligo dai luoghi di lavo
Dal 1° luglio 2022 è entrato poi in vigore un nuovo protocollo sui luoghi di lavoro che lascia cadere l’obbligo nei luoghi di lavoro ma raccomanda di usarle dove non sia possibile mantenere la distanza di un metro e in generale come presidio per la prevenzione del contagio.
Da notare che c’è un obbligo da parte del datore di lavoro di mettere a disposizione per tutti (clienti e fornitori inclusi) le mascherine FFP2 anche se non è più responsabile del loro utilizzo.
Resta la possibilità, sempre in capo al datore di lavoro, di imporre la mascherina, laddove vi siano indicazioni in tal senso da parte del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Obbligo mascherine (anche chirurgiche) nelle strutture sanitarie
L’obbligo «di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie – spiega il governo – sussiste ancora per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti».
Da notare che qui non sono necessarie le FFP2 ma basta una qualunque mascherina chirurgica.
Oltre l’obbligo, la loro importanza
Obbligo a parte, visto che si parla di dispositivo che serve alla propria sicurezza. Questo in particolare nei luoghi al chiuso dove c’è un grande affollamento come succede spesso nei supermercati nei centri commerciali. Per questo sapere come sceglierne una adeguata e come riconoscere quelle affidabili è quindi d’attualità. Questo sia che si vogliano acquistare le macchine in un negozio, si vogliono acquistare le mascherine on line ad esempio su siti come Amazon.
L’acquisto on line resta infatti spesso molto più conveniente di quello in negozi e (specialmente) farmacie. Il problema è che se è vero che in un negozio o in farmacia si acquista guardando e alcune volte anche maneggiando le mascherine, on line si deve avere qualche accortezza in più.
Navigare nella giungla di sigle e di codici, di forme, di materiali e di tecnologie avendo la certezza di non sbagliare è impossibile per la complessità delle questioni che si dovrebbero dipanare. In più ci sono le specifiche che ciascuna mascherina dovrebbe presentare e che dovremmo sapere interpretare. Per affrontare questi temi ci sono siti e giornalisti che con maggior autorevolezza possono dare un contributo e alimentare un dibattito. Il nostro scopo in questo articolo è quello di sintetizzare le differenze tra le varie tipologie e aiutare ad acquistarle on line avendo le conoscenze necessarie per un acquisto informato.
Non tutte le mascherine sono create uguali
Partiamo dall’inizio: le mascherine non sono tutte uguali. Anche se non è una grande novità, è bene precisarlo. Come è bene precisare che nonostante l’enorme varietà di prodotti in circolazione le categorie nei fatti sono 4. Mascherine non certificate (suddivise in “di comunità” e commerciali), chirurgiche, FFP2 e FFP3. Vediamo le principali differenze tra di esse
- Mascherine non certificate. Parliamo di mascherine con un fattore di protezione non specificato, quelle che l’istituto superiore di sanità, che ne parla in una sezione del suo sito dando alcuni elementi fondanti per la loro costruzione, definisce come “mascherine di comunità”. Si tratta di un dispositivo igienico e non di un dispositivo medico che se posto in vendita deve riportare chiaramente proprio questa la dicitura. Anche se ne esistono di discretamente protettive, è bene sapere che in alcuni luoghi questo tipo di mascherine non vengono accettate questo per il fatto che non sono certificate da nessun ente e non è mai chiaro fino a quale livello possono essere efficienti. Per questo si dice che queste mascherine proteggono solo dalle multe (e non sempre, come si vedrà sotto) e non dal virus
- Mascherine chirurgiche. Questo tipo di dispositivi, come le mascherine di comunità, servono a proteggere chi sta intorno a noi dall’emissione dei droplets, le goccioline che emettiamo respirando, starnutendo o tossendo. A differenza delle mascherine di comunità devono rispondere a precisi parametri che garantiscono la loro efficacia in questo senso; sono infatti classificate come dispositivi medici e per questo subentra la necessità di una certificazione.Riportano solitamente la scritta DM (dispositivo medico), il codice EN 14683 e il marchio CE. Un sito (di non facile utilizzo) permette di capire se sono state certificate. Se non hanno queste indicazioni vanno classificate come mascherine di comunità. In linea generale è patrimonio comune il fatto che queste mascherine proteggono discretamente chi sta intorno a noi da un nostro eventuale contagio ma proteggono poco chi le indossa. Considerate anche il fatto che in alcune occasioni queste mascherine non solo vi proteggono poco ma non sono neppure accettate e al loro posto viene richiesta una FFP2 o un FFP3. Queso già succede in Italia in diverse situazioni come spieghiamo sotto.
- Mascherine FFP2 e FFP3. I cosiddetti filtering face pieces (da cui l’acronimo FFP) sono dispositivi di protezione individuale (i cosiddetti DPI) o Personal Protective Equipment (PPE), classificati in maniera molto precisa e sottoposti a test che ne certificano l’adesione ad alcuni parametri. Al contrario delle mascherine chirurgiche hanno una elevata efficacia anche nel bloccare droplets che permangono nell’aria. Quindi respirando si riduce di molto ala quantità di goccioline di umidità sospese nell’aria che sono anche il vettore principale del virus.
- Mascherine KN95 ed N95. La certificazione FFP2 è europea. In altri paese le mascherine FFP2 ed FFP3 hanno denominazioni differenti: in USA sono conosciute come N9 in Cina come KN95. Le FFP2 in linea generale dovrebbero offrire un maggiore fattore di protezione perché la nostra normativa prevede anche un’analisi delle capacità di filtraggio non solo contro inquinanti allo stato solido come per le NK95 e le N95, ma anche contro liquidi potenzialmente infetti. Inoltre nella normativa europea la soglia di resistenza media è più bassa, quindi le mascherine FFP2 garantiscono una maggior durata e comodità, poiché devono limitare al massimo la difficoltà respiratoria quando vengono indossate.
Qui sotto un interessante filmato della BBC presenta i vari tipi di mascherine e commenta sulla loro efficacia. Anche se in inglese è di facile comprensione.
FFP2 o FFP3?
La differenza principale tra le mascherine FFP2 e le mascherine FF3 è nella capacità filtrante: per le maschere FFP2 come spieghiamo sotto arriva ad almeno il 94% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm; le maschere FFP3 offrono la massima protezione possibile, con una capacità filtrante di almeno il 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm. Tecnicamente si tratta di un fattore rilevante solo in alcuni specifici contesti perché la mascherina FFP3 ha un fattore protettivo su particelle tossiche, cancerogene e radioattive. In un contesto di quotidianità e per la protezione dal contagio del virus, possono essere considerate sostanzialmente equivalenti.
La mascherina FFP2
Perché usare una FFP2? Si potrebbe rispondere: perché in alcune situazioni è obbligatoria. Semmai ci si dovrebbe chiedere perché è stata resa obbligatoria prima in alcuni paesi (come Austria, della Germania della Repubblica Ceca), poi in numerose altre nazioni tra cui la nostra. Più recentemente il CDC (Center of Deasese Control, l’ente americano che si occupa dare direttive sul contenimento della pandemia) ha aggiornato le sue linee guida sulle maschere facciali sottolineando, cosa mai fatta prima, la sussistenza di sostanziali differenze in fatto di efficienza tra un tipo e l’altro mettendo al vertice le N95 che sono l’equivalente come detto sopra, delle nostre FFP2
Ma al di là dell’obbligo e delle norme, questo avviene per una ragione che dopo tutto quello che abbiamo detto, dovrebbe essere molto chiara: le FFP2 e le FFP3 bloccano in maniera sostanziale il vettore del virus.
L’obbligo di FFP2 in Italia
È sulla base di questo principio che il Governo Italiano nel corso del già menzionato consiglio del consiglio dei ministri del 23 dicembre 2021 ha reso obbligatorie le FFP2 in alcune specifiche situazioni. Come si legge nel comunicato stampa, in Italia oltre all’obbligo di indossare le mascherine (di qualunque tipo NDR) anche all’aperto e anche in zona bianca vige fino al 31 marzo (data della fine dello stato di emergenza) quello
- di indossare le mascherine di tipo FFP2 in occasione di spettacoli aperti al pubblico che si svolgono all’aperto e al chiuso in teatri, sale da concerto, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo (e altri locali assimilati) e per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso o all’aperto. Quindi c’è l’obbligo di mascherina FFP2 in palazzetti e anche negli stadi.
- obbligo di indossare le mascherine di tipo FFP2 su tutti i mezzi di trasporto, tra cui i mezzi aerei, i treni di tutte le tipologie (interregionali, Intercity, Intercity Notte e Alta velocità) funivie e seggiovie
Oltre all’obbligo dell’uso determinato dal luogo di frequentazione c’è un obbligo determinato dalla situazione. La mascherina FFP2 è obbligatoria per chi è contatto di un di caso confermato positivo al Covid-19 e sulla base delle norme in vigore che fanno riferimento a chi ha ricevuto la terza dose, non è soggetto alla quarantena ma soltanto all’autosorveglianza per cinque giorni e per dieci giorni di protezione delle vie respiratorie con mascherine FFP2.
Al momento in Italia non vige l’obbligo di FFP2 a scuola. Ma quando si verifica un caso di coronavirus maestre e bambini ne devono indossare una per dieci giorni. Vige anche l’obbligo della FFP2 quando un alunno con problemi respiratori o alcuni particolari tipologie di diversamente abili è esentato dall’indossare la mascherina.
Come è fatta una mascherina FFP2
Una mascherina FFP2 e una FFP3 hanno una struttura relativamente sofisticata. In particolare ha uno strato interno che assorbe le particelle del respiro.
Successivamente si trovano due strati intermedi: uno destinato a filtrare e bloccare elettrostaticamente le particelle più piccole e uno costituito i strati di TNT il cui scopo è quello di bloccare particelle organiche
La parte esterna è idrorepellente. Questo strato consente alla maschrina di essere impermeabile, isola dalle particelle di liquido e anche dalle polveri
Qui sotto un video che dimostra come funziona una mascherina FFP2 (trattandosi di un filmato americano si parla di N95)
Efficacia della mascherina FFP2
Ma quanto sono realmente efficaci le FFP2 nel ridurre il contagio? Molto, dicono tutti gli studi più accreditati. Secondo qualche virologo, come Andrea Crisanti, addirittura «proteggono più del vaccino»
Superando le semplici opinioni e andando ai test di laboratorio una mascherina viene classificata come FFP2 solo se riduce almeno del 94% le particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm. E questo a quanto pare ha effetti potenti sulla riduzione della circolazione del virus.
Uno studio del Max Plank Insitute uno dei centri di ricerca cui il governo tedesco ha affidato lo studio sull’efficacia dei vaccini e dei farmaci contro il Coronavirus e che ha anche il compito di elaborare previsioni sullo sviluppo e l’evoluzione della malattia, illustra con dovizia di dettagli che cosa in pratica questo significa.
“La nostra ricerca dimostra che due persone a distanza di tre metri senza mascherine hanno elevatissime probabilità di essere contagiate anche dopo pochi minuti. Se le stesse due persone hanno una mascherina FFP2 ben calzata ed aderente – dice Eberhard Bodenschatz, direttore della sezione del Max Planck che si occupa di dinamica e auto-organizzazione – le probabilità di contagio in venti minuti sono di una su mille anche se si trovano a breve distanza una dall’altra ma anche se le maschere sono calzate in maniera non perfetta le probabilità di contagio sono solo del 4%”.
La stima è molto conservativa e definita al limite massimo delle probabilità: “Chi indossa correttamente una mascherina FFP2 – dice ancora Eberhard Bodenschatz – nella vita reale ha probabilmente un fattore di rischio di dieci o cento volte minore di questo”.
Un confronto rispetto ad altri tipi di mascherine lo si può attuare scorrendo uno studio meno recente (20 dicembre 2020) del Jama Institute (Journal of the American Medical Association, la pubblicazione dell’associazione dei medici americani) citato dall’Economist. Dalla ricerca, corredata anche da una serie di immagini e tabelle, una qui sotto, che rendono chiare le varie tipologie di maschere usate, si evince che le mascherine a seconda che siano improvvisate, come le bandane e quelle di pezza (mascherine di comunità) di tipo chirurgico e anche modificate per aderire bene al volto, sono molto meno efficaci delle mascherine FFP2: tra 26% e il 79% contro il 98,4% delle Ffp2.
Come usare una mascherina FFP2
Come si usa una mascherina FFP2? Indossarla è ovviamente semplice ma servono alcuni accorgimenti per non sprecate tutto quello di buono che questi dispositivi sono in grado di fare in termini di sicurezza.
Indossare la mascherina
Il primo passaggio è quello che punta a mantenere la massima igiene. Quindi prima di tutto si devono
- Lavare le mani o procedere alla loro dinsfezione (meglio tutte e due le cose)
- Indossarla senza toccare la parte interna quindi usando gli elastici
- La mascherina deve essere aderente. Per questo deve anche essere regolata la clip che funziona da nasello
- La mascherina deve sempre coprire anche il naso
- una volta indossata, per quanto possibile, non va toccata, non va rimossa e rimessa e quando la si toglie di devono usare gli elastici
Qui sotto un cartoon esplicativo che viene dal blog di GVS, una grande azienda italiana che produce soluzioni di filtraggio
Le mascherine che appannano gli occhiali
La mascherina è utile ma provoca anche qualche fastidio. Non parliamo solo della respirazione che forzatamente si riduce ma anche dell’impossibilità di… vedere. Quel di cui parliamo è ben noto a chi, come chi scrive queste note, porta gli occhiali: è il fenomeno dell’appannamento. Si provoca quando il vapore acqueo del respiro entra a contatto con la superficie il vetro delle lenti che è più freddo oppure si raffredda per la temperatura esterna. Se nel primo caso il problema è temporaneo (basta che le lenti si riscaldino e il fastidio scompare), nel secondo caso diventa davvero difficile da sopportare. Il rimedio? Salviettine o, meglio, liquidi anti condensa. Nel nostro caso ne abbiamo provate diverse ma nessuna è meglio della soluzione di Zeiss. Ci sono poi alcuni prodotti di buona qualità che svolgono la stessa funzione. Qui sotto i nostri consigli
Precisiamo che questi sistemi non sono dei toccasana che cambiano radicalmente la situazione. Nel caso dei prodotti migliori, come il liquido di Zeiss, e con ridotta condensa sull’occhiale l’effetto dura mezza giornata. In casi più critici (o con prodotti di bassa qualità) solo un paio d’ore. In particolare l’efficacia si riduce quando in presenza di un freddo particolarmente pungente, scarsa ventilazione e alta umidità, la condensa di goccioline diventa un velo d’acqua con gocce più grandi. In questo caso la vista è impedita e si deve asciugare l’occhiale cancellando l’effetto del prodotto anticondensa che deve essere riapplicato di nuovo. E questo può succedere anche dopo poche decine di minuti.
Quanti utilizzi per una mascherina FFP2 e FFP3?
Una mascherina FFP2 quanto dura? In genere le mascherine FFP2 ed FFP3 sono studiate per un solo utilizzo lungo una giornata, quindi circa 8 ore se l’ambiente è contaminato. Tecnicamente dopo devono essere buttate. In realtà esistono anche delle mascherine che sono certificate come riutilizzabili; le si identifica per la presenza della sigla “R” alla fine del codice di certificazione
Sussiste sempre comunque Il rischio è di maneggiare un dispositivo contaminato o comune con ridotta capacità filtrante. Alcuni esperti arguiscono sull’argomento affermando che nel caso si sia disposti ad accettare il rischio di una ridotta efficacia, una buona mascherina FFP2 o FFP3 può essere usata due volte. I questo caso, come spiega il Gimpios (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie) meglio usare un sistema di sterlizzazione ai raggi UV; il funzionamento di questi dispositivi l’abbiamo spiegato nel contesto della recensione di uno di essi. Qui sotto vi linkiamo qualche prodotto da comprare su Amazon
Come verificare la mascherina FFP2 ed FFP3
Detto tutto questo ecco la domanda fondamentale: “la mascherina che uso per proteggermi dal coronavirus è a norma?”. Si tratta in effetti di una dubbio lecito che ha origine da alcuni casi che hanno fatto molto rumore mediatico (quello di U-Mask, e quello di alcune mascherine certificate dal laboratorio turco Universal Uygunluk Degerlendirme Hizmetleri, risultate non conformi). Ma ci sono anche segnalazioni di mascherine che si presentano come FFP2 ed FFP3 senza nessuna certificazione e altre con certificazioni false.
Per essere classificate come DPI le mascherine devono rispettare le norme precisate dal regolamento UE 425/2016 e devono quindi essere testate e validate da un laboratorio specializzato autorizzato che deve certificare la rispondenza alla norma tecnica EN 149:2001 + A1:2009. Si tratta di un parametro che classifica queste mascherine come un effettivo sistema di filtraggio facciale. A quel punto viene apposto il marchio CE. Quindi la prima cosa da verificare è che sulla confezione ci sia la scritta DPI (dispositivo di protezione individuale) o PPE (personal protective equipment), la scritta FFP2 o FFP3 (in alcuni casi accompagnato dalla scritta N95) e la scritta EN 149:2001 + A1:2009.
Successivamente deve apparire la sigla dell’ente certificante. Si trova dopo la scritta CE; si tratta di quattro cifre, un vero “numero di targa” del laboratorio. Attenzione però: in alcuni casi la scritta CE significa solamente China Export e in questo caso non c’è alcun numero (o un numero a caso), quindi la mascherina non è certificata in Europa. Il marchio CE, per altro, deve avere una forma e proporzioni ben precise: le potete trovare qui.
L’ente certificatore
A questo punto siete pronti per la verifica più importante: quella sull’ente certificatore. Un sito dell’Unione Europea fornisce la possibilità di sapere a quale delle decine autorizzati esso corrisponde. Si può fare una ricerca per numero (come vedete qui sotto) oppure fare una ricerca a catalogo, numero per numero ordinato in maniera progressiva, dal database Nando.
Se il numero non fornisce alcun ente certificatore, si può essere praticamente certi che quella mascherina non è stata certificata e che quindi molto probabilmente non risponde alle specifiche EN 149:2001 + A1:2009
Se trovate l’ente certificatore, nella pagina specifica, alla riga “Regulation (EU) 2016/425 Personal protective equipment” , cliccate su “HTML” o dal file “PDF”, si aprirà una pagina che deve riportare le certificazioni per cui è abilitato l’ente; verificate che sia presente la voce “Equipment providing respiratory system protection”. Se c’è, significa che la mascherina è stata validata da un’agenzia autorizzata dall’UE a rilasciare la certificazione per dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
Un altro elemento che contribuisce a fornire la certezza che siamo di fronte a mascherine effettivamente protettive è il codice che fa riferimento al procedimento di certificazione. In questo caso possiamo parlare della “targa” di quelle mascherine applicata in questo caso dal certificatore. Dovreste trovarla sulla scatola o sulle buste delle singole mascherine. Di solito gli enti certificatori hanno un motore di ricerca che permette di vedere le informazioni che sono state raccolte durante i test. Qualche produttore di mascherine ci agevolerà ulteriormente dandoci un codice QR che rinvia direttamente al certificato concesso dall’ente.
Sicuri o quasi
Una volta superati tutti questi passaggi possiamo essere ragionevolmente sicuri che le mascherine sono rispondenti alla norma EN 149:2001 + A1:2009 e che quindi offrono un elevato grado di protezione. Sfortunatamente non possiamo essere del tutto sicuri perchè, come scritto sopra, ci sono stati in passato laboratori poco scrupolosi che una volta pagati il… giusto, hanno certificato anche prodotti non rispondenti alle specifiche dell’UE.
Il caso CE 2123
Il caso che ha fatto più clamore in questo ambito è stato quello delle mascherine certificate da un laboratorio turco che risponde al codice CE 2123 (Universal Uygunluk Degerlendirme Hizmetleri) ma che secondo una società che ha svolto alcuni test non sarebbero state in realtà state conformi alle specifiche EN 149:2001 + A1:2009.
La vicenda aveva messo in allarme l’ente antifrode europeo anche per segnalazioni provenienti dalla Germania, e in Piemonte è stata aperta un’indagine per la consegna di queste mascherine non conformi anche a strutture sanitarie. L’ente turco ha fermamente respinto le accuse; sostenendo di avere svolto le procedure in maniera corretta aprendo la porta al dubbio (non peregrino) all’ipotesi che l’ente certificatore sia finito suo malgrado nel tritacarne.
Una delle ipotesi ad esempio è che il laboratorio abbia certificato mascherine rispondenti alle specifiche ma poi i produttori hanno immesso in commercio prodotti di qualità inferiore, danneggiando sia il laboratorio che chi invece ha seguito tutto il processo onestamente facendo certificare le loro mascherine dal laboratorio CE 2123.
Sta di fatto che oggi la stragrande maggioranza delle mascherine CE 2163 sono perfettamente a norma. L’ente certificatore turco ha infatti disposto nuovi test su tutte le mascherine che portano la sua sigla e revocato il documento di validità. In realtà al momento in cui scriviamo, nel contesto del caso del laboratorio turco, non avrebbero superato i test solo mascherine di produzione cinese. Il Corriere della Sera in un articolo citava alcune settimane fa come non corrispondenti alle specifiche le seguenti
Aixine aix m031,
Whenzhou Opticar FFP2;
Grdlight Ffp2,
Meizhuangchen Ffp2,
Ydao Ffp2,
Max 02,
JY Ffp2
Il caso mascherine non conformi Invitalia
A metà aprile 2021 si è diffusa la notizia del sequestro, disposto dalla procura di Gorizia, di ben 60 milioni di mascherine FFP2 non conformi, residuo della fornitura di un lotto di 250 milioni diffuse in tutta Italia in particolare prezzo ospedali, Centri specializzati e convenzionati, aziende sanitarie, attraverso fornitori accreditati da Invitalia l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’ impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia. La capacità filtrante di questi dispositivi è risultata essere 10 volte inferiore rispetto a quanto dichiarato, con un rischio conseguente per il personale sanitario che le aveva utilizzate. Le mascherine sequestrate, come detto, facevano parte di una fornitura statale e non dovrebbero essere in circolazione e quindi non dovrebbero essere nei normali canali di consumo. Nulla però impedirebbe in linea teorica di trovarle anche in vendita, in Italia o su qualche sito internazionale, se il venditore se ne fosse procurato un lotto sul normale mercato. Diamo quindi qui di seguito l’elenco delle mascherine non conformi, così come apparso sui giornali.
- Facciale Scyfk Kn95 Gb2626-2006 Filtrante Ffp2 S/Valvola Dpi monouso
- Facciale (Unech Kn95) Filtrante Ffp2 S/Valvola Monouso
- Facciale (Anhui Zhongnan) Filtrante FFP2 Gb2626-2006 En149 S/Valvola Dpi Monouso
- Facciale (Jy-Junyue) Filtrante Kn95 Gb/2626-2006 En 149 Ffp2 S/Valvola Dpi Monouso
- Facciale (Wenzhou Xilian) Filtrante Ffp2 Kn95 Gb2626/2006 En 149 S/Valvola Dpi Monouso
- Facciale (Zhongkang) Filtrante Ffp2 Kn95 Gb2626-2006 En 149 S/Valvola Dpi Monouso
- Facciale Wenzhou Huasai Filtrante Ffp2 Kn95 Gb2626/2006 En 149 S/Valvola Dpi Monouso
- Mascherine Filtranti Wenxin Ffp2 – Kn 95 Prodotte dalla Tongcheng Wenxin Labor Protection Products co Ltd
- Facciale – Mascherine Filtranti Bi Wei Lang Ce 1282 – 9600 Type Filter Respirator Prodotte dalla Yiwu Biweikang Labor Protection Product co Ltd
- Facciale (Simfo Kn95 – Zhyi – Surgika) Filtrante Ffp2 S/Valvola Dpi En 149 Monouso per protezione, distribuzione dalla società Surgika srl con sede in Levante Bucine (Ar)
- Facciale (Wenzohou Leikang) Filtrante Ffp3 S/Valvola En 149 prodotte dalla Wenzhous Leikang Medical Tecnology co Ltd
- Facciale (Wenzohou Leikang) Filtrante Ffp3 S/Valvola Gb2626/2006 En149, prodotte dalla Haining Nuozi Equipement co Ltd
Il prezzo calmierato delle FFP2
In conseguenza dell’obbligo delle FFP2 i prezzi delle mascherine sono aumentati e la preoccupazione è quella che il sistema possa approfittarsi della situazione per speculare sulla domanda. Il Governo aveva così raggiunto un accordo con le farmacie per un prezzo calmierato a 75 centesimi.
È bene precisare però che non è mai esistito, al contrario di quanto si pensasse, un provvedimento di legge che imponeva il prezzo. Si trattava di un semplice protocollo cui le farmacie potevano decidere se aderire o meno e molte farmacie non hanno aderito.
Oggi il prezzo calmierato non ha più molto senso; in moltissimi luoghi si trovano mascherine FFP2 a prezzi ben più economici di 75 centesimi. Ad esempio su Amazon, che scriviamo sotto, il prezzo è quasi universalmente sotto i 75 centesimi anche per mascherine di ottima qualità.
Le buone pratiche dell’acquisto on line
Acquistare le mascherine cercando quelle che rispondono alle specifiche di protezione a questo punto diventa (abbastanza) semplice. Volendo comprare in un negozio, basta tirare fuori dalla tasca lo smartphone e seguire i passaggi che abbiamo elencato poco sopra. Comprare on line è un pochino più complicato perché non si ha in mano la scatola e in qualche caso mancano le indicazioni essenziali tra cui la chiara indicazione della rispondenza alle norme europee dei DPI. Per limitare il rischio di acquisto di prodotti non sicuri si deve
- trovare da qualche parte nella descrizione il numero dell’ente certificatore e procedere al controllo incrociato sul sito di NANDO.
- scorrere le immagini visto che i produttori più qualificati forniscono in esse anche il numero del certificato. Potete verificare che corrisponda al nome del produttore
- accertarsi dalla descrizione che le mascherine siano sigillate singolarmente
- preferibilmente scegliere quelle di un importatore italiano cui fare riferimento in caso di problemi
L’acquisto su Amazon
I venditori on line di mascherine sono diversi e ciascuno ha le sue regole, i suoi pregi e difetti. Probabilmente Amazon, come per diversi altri tipi di acquisto, offre le migliori condizioni generali e spesso anche i prezzi migliori. Su Amazon troviamo in particolare diverse mascherine che riportano con chiarezza le specifiche di certificazione; molte sono importate da rivenditori italiani e altrettante spedite con Prime vi vengono recapitate subito e gratis e possono anche essere rispedite indietro se non vi soddisfano per qualunque motivo. Impossibile passarle in rassegna tutte. Qui di seguito per semplificarvi il compito vi indichiamo quelle che abbiamo trovato e che rispondono in tutto o in parte ai nostri consigli per un acquisto (ragionevolmente) sicuro.
L’elenco che presentiamo è “dinamico”. Per accertarvi di fare una comparazione tra prezzo e qualità, verificate in primo luogo la quantità di mascherine presenti nella confezione. Valutate anche altri aspetti come l’imbustamento singolo (quasi indispensabile), la presenza o meno nella confezione di ganci per alleggerire la pressione sulle orecchie e la spedizione che preferibilmente deve essere con Amazon. Una modalità che evita sorprese. Incide ovviamente anche se la mascherina è FFP2 (che come detto è comunque più che sufficiente per ridurre il rischio da contagio, oltre che di contagiare).
Qui di seguito un elenco completo delle migliori, delle più votate e di quelle i cui venditori si sono dimostrati affidabili nella spedizione.