Apple è stata costretta a digerire un consistente aumento di prezzo imposto da Samsung sui processori di iPhone, iPad e iPod touch costruiti nelle fabbriche del colosso sud coreano. L’indiscrezione parte da un addetto ai lavori ed è stata pubblicata su Chosun lobo, importate testata coreana, è poi ripresa da MarketWatch del Wall Street Journal.
I termini esatti della vicenda non sono chiari. Quel che è chiaro è che Samsung ha presentato recentemente un nuovo preventivo alla sua rivale, ma anche cliente: i processori della classe A, che produce in nome e per conto dell’azienda americana, costeranno il 20% in più. Visto il volume (130 milioni) il ricarico sulle spalle di Apple è ingentissimo e non stupisce che dai piani alti della Mela sia arrivato inizialmente un “no” alle richieste di aumento di prezzo, ma dopo qualche inconcludente trattativa, l’azienda di Cupertino è stata costretta a digerire il rospo. Per il momento infatti Samsung è l’unico costruttore in grado di mettere a disposizione di Cupertino gli stabilimenti e la capacità produttiva necessarie.
L’incremento del 20% sul prezzo dei chip imposto da Samsung ad Apple può essere visto in diversi modi; Samsung potrebbe ad esempio dover affrontare costi più elevati per un aumento del grado di sofisticazione delle componenti, e quindi non essere in grado di mantenere gli stessi margini. Ma si può anche legittimamente pensare che la mossa sia la diretta conseguenza della complessa e burrascosa relazione tra i due colossi dell’elettronica di consumo culminata con la sanzione comminata a Samsung per richiesta di Apple ed è difficile sfuggire alla tentazione di supporre che i coreani si stiano ripagando il miliardo di dollari di multa scaricandolo sulle spalle della rivale con un richiesta non è in grado, almeno al momento, di rifiutare.
Non è neppure da escludere che Sanmsung stia cercando di massimizzare i profitti in una fase che vede Apple disperatamente alla ricerca di una alternativa alla dipendenza da un partner che è sempre meno tale e sempre più un nemico. Da oltre un anno Apple ha iniziato a ridurre le forniture di Samsung (i recenti iPhone sono ad esempio costruiti usando anche memorie flash Hynix, che prendono il posto delle onnipresenti Samsung), ma il passo decisivo potrebbe arrivare solo quando i suoi processori della serie “A” saranno costruiti negli stabilimenti di Taiwan Semiconductor Manufactoring Company, la più grande società al mondo in grado di costruire CPU su commessa e che ha avviato da tempo una trattativa con Apple. A quel punto Samsung perderebbe definitivamente il suo più importante cliente e con esso anche una larga fetta del suo fatturato.
A fronte di quanto sta accadendo sembrano prendere corpo le voci diffuse da alcuni osservatori secondo i quali Apple starebbe spingendo sull’acceleratore per portare TSMC a costruire chip da 20 nanometri già verso la fine del 2013 e non nel 2014 dome inizialmente previsto.