Coalition for App Fairness (CAF), la coalizione per l’equità delle app, voluta e creata dagli sviluppatori che accusano Apple principalmente per le commissioni e le regole di App Store, tra cui Epic, Spotify e altri ancora, vorrebbe un App Store aperto, simile a quanto avviene su Mac App Store e Microsoft Store.
Di questa coalizione fanno parte circa 50 aziende: nell’ultima conferenza stampa svoltasi all’inizio della settimana sono stati riaffermarti gli obiettivi dell’associazione. Alla conferenza erano presenti: Meghan DiMuzio, direttore esecutivo della CAF, David Heinemeier Hansson, fondatore e CTO di Basecamp, Derrick Morton, fondatore e CEO di FlowPlay, Kosta Eleftheriou, fondatore di FlickType.
Hansson, spiega Appleinsider, da tempo battaglia con Apple per l’app denominata “Hey”. La multinazionale di Cupertino ha prima approvato l’app, poi l’ha eliminata perché ha violato alcune regole dell’App Store. Lo sviluppatore non vuole fornire il 30% di fatturato ad Apple e, dopo varie modifiche, l’app è di nuovo apparsa sull’App Store. L’app può essere scaricata in versione prova, ma lo sviluppatore non può pubblicizzare sistemi di pagamento diversi da quelli offerti da Apple: l’utente può abbonarsi al servizio usando direttamente il sito dello sviluppatore, senza passare dall’App Store ma questo meccanismo non può essere pubblicizzato dall’App.
Il problema evidenziato dagli sviluppatori di Basecamp è stato un preludio alla battaglia che Apple ha ingaggiato con Epic Games per Fortnite. Hansson ha fatto riferimento all’azione legale di Epic per discutere dei problemi di alcuni sviluppatori con l’App Store evidenziando quella che è a suo dire la necessità di avere meccanismi di distribuzione alternativi per le app.
Kosta Eleftheriou, uno sviluppatore iOS che ha creato l’app FlickType per Apple Watch, si è scontrato con Apple e afferma che il colosso di Cupertino sfrutta la sua posizione monopolistica per controllare quali app l’utente può scaricare, evidenziando quello che è, a suo dire, un vantaggio competitivo per Apple. Secondo Eleftheriou il processo di revisione delle app non funziona correttamente: si approvano app truffa e non si approvano quelle di sviluppatori che lavorano in modo lecito e corretto.
Anche Derrick Morton, altro sviluppatore che ha parlato nel corso della conferenza stampa organizzata dall’associazione, ha affermato che Apple rende impossibile la concorrenza a molti sviluppatori; a suo dire le aziende che vendono di più sono presentate in primo piano, gli sviluppatori più piccoli devono invece cavarsela da soli.
Apple ha cercato di rispondere ad alcuni dubbi degli sviluppatori più piccoli e lo scorso anno ha lanciato App Store Small Business Progam. Grazie a questo programma, la grande maggioranza di sviluppatori che vende prodotti e servizi digitali su App Store ha diritto a una commissione ridotta al 15%. Apple evidenzia i vantaggi per la grande maggioranza di sviluppatori che vende prodotti e servizi digitali su App Store, offrendo loro una riduzione della commissione sulle app a pagamento e sugli acquisti in-app. Per partecipare al programma e aver diritto a una commissione ridotta al 15%, invece del 30%, gli sviluppatori devono aver incassato ricavi fino a massimo 1 milione di dollari nell’anno precedente.
Secondo i membri della CAF questo non basta e la distribuzione, monetizzazione e controllo delle app non dovrebbe essere in mano ad aziende come Apple o Google. A loro dire non basta neanche un meccanismo che consente di aggirare i pagamenti con Apple e Google, ma bisognerebbe avere la possibilità di scaricare app da store alternativi, come avviene per tante app di macOS e Windows.
Secondo Hansson, Microsoft Store è un ottimo esempio di marketplace “aperto” ai consumatori, così come negozi digitali di software come Steam, Epic e Microsoft Store che competono sullo stesso terreno, con gli sviluppatori che possono scegliere come e su quali store distribuire le app. Alcuni membri del CAF verranno ascoltatie da una sottocommissione giudiziaria del Senato che si occupa di politica della concorrenza, Antitrust e diritti dei consumatori.
La diatriba di Epic Games contro Apple è iniziata con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.