Non c’era alcun dubbio sul fatto che la popolarità di Pokemon GO, prima o poi, avrebbe portato ad una class action, ed è avvenuto: Niantic, Nintendo e The Pokemon Company dovranno rispondere davanti al giudice per aver indotto e facilitato la violazione della proprietà privata.
Proprio così, stando a quanto dichiarato dal Detroit Free Press, la coppia di querelanti, Scott e Jayme Dodich di St. Clair Shores, avrebbe accusato gli autori del gioco di aver indotto le persone a violare la proprietà privata. La lamentela, per quanto assurda, non sembra poi così infondata: Niantic, Nintendo e The Pokemon Company hanno di fatto messo i Pokemon all’interno di proprietà private, incoraggiando i giocatori a violarle.
Nella querela si legge di come sia inaccettabile che molti utenti invadano prati dei querelanti pur di catturare quel Pokemon che l’applicazione segnala proprio all’interno della proprietà privata che è anche recintata. Gli utenti, allora, non solo sconfinerebbero in una proprietà altrui, ma danneggerebbero anche il terreno, calpestandolo pur di correre verso l’obiettivo. Che ci si qualche cosa che non va, e che la questione non è così infondata, sembra giungere dalla stessa Niantic che ha dichiarato di voler affrontare il problema ed evitare questi episodi. L’intervento, però, non è ancora arrivato e risulterebbe ormai tardivo dato l’azione legale in corso.
La querela punta a spuntare un risarcimento danni non quantificato e si richiede addirittura una quota delle entrate del gioco, che attualmente ammontano a oltre 200 milioni di giocatori, da attribuire ai residenti la cui proprietà ha di fatto “aiutato” la popolarità del gioco, risultando terreno fertile per la caccia ai Pokemon.