La querelle Cisco/Apple sul nome di iPhone sembra una matassa non facilmente sbrogliabile. Analizziamo i vari contesti coinvolti e alcune possibilità da considerare.
Situazione in Usa
A parere di alcuni, fra cui l’esperto in legge sui trademark Jay Behmke, Cisco potrebbe non possedere i diritti per usare il marchio ‘iPhone’ sul territorio americano, avendoli persi circa un mese fa.
Secondo le leggi statunitensi, per continuare a detenere i diritti su un marchio registrato è necessario archiviare una dichiarazione di uso entro i sei anni (con possibile proroga di 6 mesi) dalla data di registrazione del marchio.
Cisco registrò il marchio ‘iPhone’ il 16/11/1999. Calendario alla mano, la deadline per archiviare una dichiarazione d’uso era il 16/05/2006: Cisco archiviò tale dichiarazione in data 04/05/2006. Parrebbe quindi che tale gesto abbia ipotecato i diritti sul marchio. Le leggi americane prevedono però un protocollo rigido per la formulazione della dichiarazione d’uso, protocollo che Cisco sembrerebbe non aver seguito.
Se davvero la dichiarazione di uso di Cisco non fosse valida, i diritti passerebbero alla seconda società in lista per il marchio, Ocean Telecom LCC, che molti ritengono una scatola vuota facente capo ad Apple. Questo non risolverebbe immediatamente la disputa, ma di sicuro Cisco non potrebbe più avanzare pretese legali.
Situazione in Europa?
Come in Usa, Cisco avrebbe perso i diritti anche in Europa. E’ di questo parere Lee Curtis di Pinsent Masons (Out-Law). Le leggi europee prevedono che una persona (fisica o giuridica) possa avocare a se i diritti su un marchio, registrato da terzi, attraverso un’istanza valida nel caso in cui il marchio non sia stato utilizzato in Europa almeno per 5 anni dalla data a di registrazione.
Tale istanza è stata presentata dallo studio legale tedesco CMS proprio nella stessa data in cui Cisco ha lanciato il suo iPhone in Usa, cioè il 18 dicembre scorso. Nei 5 anni precedenti non risulta alcun uso del marchio ‘iPhone’ in Europa, né un piano ben definito per il lancio del prodotto. Anche nel vecchio continente i diritti di Cisco sono perciò minacciati.
Scenari alternativi
Indubbiamente Cisco è la società che da più tempo si è preoccupata di tutelare il marchio ‘iPhone’ sia in Usa (ereditato da Infogear) che in Europa. Quindi è prematuro pensare che abbia già perso la causa contro Apple. Se quest’ultima non dovesse riuscire i qualche modo a svincolare l’uso del marchio da Cisco, a Steve Jobs potrebbero costare molto care le royalties sul brand, si parla nell’ordine dei 325 milioni di dollari l’anno.
Come abbiamo già evidenziato le trattative fra Apple e Cisco sono continuate fino al poche ore dal keynote del 9 gennaio scorso; Cisco mirava più che altro ad ottenere una parte nel progetto iPhone di Apple, non tanto a monetizzare lo stato di cose. Apple non sembra molto intenzionata a cedere alle richieste di Cisco.
Un’ultima possibilità , espressa da Robert X. Cringely, riguarderebbe un eventuale cambio di nome del cellulare: da ‘iPhone’ a ‘Apple Phone’, un po’ come successo per ‘Apple TV’. Tutto ruota attorno a quella ‘i’, che sembra ormai avere di per sé un significato molto rilevante ed immediatamente associabile ad una famiglia di prodotti comuni (iTunes, iLife, iPod, iMac, ecc).
Una cambio di nome salverebbe Apple dal dover sborsare milionate di dollari ogni anno, ma non potrebbe più scrivere ‘iPhone’, sulla confezioni del suo cellulare. Il tempo non manca: ci sono ancora sei mesi di tempo per modificare il packaging.