27 società cinesi che a vario titolo si occupano o lavorano con i semiconduttori hanno formato l’HECA (High End Chip Alliance), alleanza volta a creare un ecosistema integrato nel Regno di Mezzo con l’obiettivo di creare nuovi standard di riferimento per il mondo del silicio. Ne parla The Register indicando i nomi coinvolti nell’iniziativa: alcuni sono a noi poco noti (es. Tsinghua Unigroup, Yangtze River Storage Technology, SMIC e la China Academy of Telecommunication Research), altri sono big quali: Huawei, Lenovo, Baidu, Alibaba e ZTE.
L’iniziativa è opera del governo, a capo dell’Accademia cinese delle telecomunicazioni, guidata dal China National Integrated Circuit Industry Investment Fund (CICIIF) che gestisce fondi d’investimento nel settore dei semiconduttori.
Jian-Hong Lin, analista responsabile delle ricerche che riguardano i semiconduttori per conto di TrendForce, spiega che l’alleanza “mira a creare un completo ecosistema per i produttori nazionali di semiconduttori” abbracciando “l’architettura dei chip, la loro produzione, i sistemi operativi, dispositivi, piattaforme e il mercato dei servizi IT”.
“In sintesi, la mossa è un altro segnale che vede la Cina ambire a trasformarsi da principale paese produttore in termini di volumi di esportazione a leader globale nel campo della fabbricazione in termini di qualità del prodotto”.
Secondo l’analista, la Cina non ha interesse a esportare qualunque novità che arriverà dall’HECA; “l’ecosistema che hanno costruito è destinato esclusivamente ai produttori nazionali ma l’alleanza mira a creare gli standard di fatto per classi di prodotti emergenti quali la robotica domestica e altri settori”.
L’implicazione della mossa in questione è importante e spingere ancora di più il settore dei semiconduttori in Cina. Già lo scorso anno il China National Integrated Circuit Industry Investment Fund (CICIIF) aveva iniziato a corteggiare la fonderia GlobalFoundries con l’obiettivo di migliorare la competitività di SMIC – Semiconductor Manufacturing International Corporation, della quale ha un consistente pacchetto azionario, per trasformarlo in uno dei principali produttori contrattisti di semiconduttori al mondo.
A gennaio di quest’anno Qualcomm ha stretto un accordo con la provincia cinese di Guizhou per sviluppare congiuntamente processori. L’intenzione è usare l’architettura ARM per creare chip per server ma in futuro potrebbero arrivare anche chip e Soc destinati ad altri scopi.