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Cifratura smartphone: silenzio Samsung, LG e Sony per paura di perdere gli appalti del governo?

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Se dalla parte di Apple nella vicenda che oppone Cupertino all’FBI, ci sono molte aziende hi-tech e media come Google e Mozilla, Jan Koum (fondatore di WhatsApp), Mark Surman (il direttore esecutivo di Wired UK), il New York Times, la Reform Government Surveillance (associazione di cui fanno parte tutte le più grandi aziende tecnologiche come Aol, Yahoo, LinkedIn, Dropbox, Microsoft), ce ne sono anche altre che, come fa notare The Daily Dot che tacciono. Si tratta di realtà importanti come  LG, Samsung, Sony o produttori di computer quali Acer, Asus, Dell, HP e Lenovo (titolare, tra le altre cose, di Motorola).

La ragione prova a supporla Timothy Edgar, professore associato del Watson Institute for International Studies and Public Affairs, secondo il quale queste aziende sono “naturalmente riluttanti a combattere contro l’FBI in casi di alto profilo come questo che riguardano il terrorismo”, in particolare per questioni che coinvolgono terroristi del cosiddetto Stato Islamico, avvenimenti che portano l’opinione pubblica a stare dalla parte del governo.

Stephen Vladeck, professore di diritto dell’American University è concorde, spiegando anche la paura che alcune aziende hanno di criticare i governi, giacché questo potrebbe significare dire addio a futuri contratti con le agenzie federali, “un problema che Apple non ha per via del suo market share”.

Secondo Edgar, che è stato consulente legale senior nell’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale e direttore responsabile della privacy e dei diritti civili alla Casa Bianca, Apple ha sovrastimato la sua posizione affermando che le richieste del governo sono eccessivamente onerose.

«L’FBI afferma che se Apple crea un iPhone “craccabile”, possono obbligare Apple a rompere il meccanismo che ne impedisce l’avvio». «Alcune aziende potrebbero correttamente ritenere che Apple è almeno in parte responsabile per essersi messa in questa difficile situazione».

Molti competitor di Apple non s’immischiano nel dibattito perché i loro dispositivi non integrano di serie gli stessi robusti meccanismi di sicurezza che si trovano su iOS.

Apple ha il totale controllo sul procedimento di progettazione dell’iPhone e del software che gira su quest’ultimo. Dall’iPhone 5s in poi ha deciso di implementare di serie un meccanismo di cifratura completo dell’unità interna. Google ha relazione con vari produttori e poiché il meccanismo di cifratura può rallentare alcuni dispositivi, prevede una funzione di cifratura ma consente ai partner di non attivarla.

“Più si presta attenzione alla questione sicurezza, più le persone si rendono conto di cosa questi strumenti siano diventati: straordinari dispositivi per la sorveglianza” dice Phillip Rogaway, professore d’informatica all’Università della California evidenziando come le funzionalità di sicurezza intrinseche di iOS siano viste da aziende e utenti come un punto di forza dell’iPhone rispetto ai prodotti Android dei competitor.

Intanto a complicare la questione si frappone anche la Casa Bianca. Josh Earnest, portavoce di Obama, ha dichiarato che “l’Fbi può contare sul pieno sostegno da parte della Casa Bianca” aggiungendo che “le indagini sono una priorità perché vogliamo apprendere tutto il possibile su quel caso così da fare i passi necessari per proteggere il nostro Paese”.

“Il presidente” ha spiegato ancora Earnest “crede che una forte cifratura sia cosa buona per l’economia Usa e per la protezione delle libertà civili e della privacy dei cittadini americani. Allo stesso tempo non vogliamo consentire ai terroristi di avere un paradiso nel cyber-spazio”. Di fatto l’amministrazione Obama sembra preferire la sicurezza prima della privacy.

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