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Cifratura smartphone, Apple prepara la battaglia legale

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Apple si prepara ad affrontare la battaglia per l’udienza in tribunale sulla questione cifratura smartphone e avrebbe conferito l’incarico a due importanti avvocati esperti di questioni che riguardano il diritto alla libertà di espressione: Theodore Olson e Theodore Boutrous

I due legali rappresenteranno l’azienda per opporsi al procedimento di ordinanza del tribunale USA che ha imposto alla Mela di collaborare con le forze di polizia per estrarre dati da un iPhone di una persona coinvolta negli attentati di San Bernardino. Il “reclutamento” dei due avvocati in questione potrebbe significare che Apple intende sfruttare il diritto di espressione come uno dei pilastri fondamentali nel caso in discussione.

Reuters spiega che Olson ha con successo esercitato il diritto del Primo Emendamento in un caso del 2010 che vedeva contrapposti l’organizzazione no-profit Citizens United e la Commissione elettorale federale (l’agenzia regolatrice indipendente che negli USA si occupa della legislazione dei finanziamenti delle campagne elettorali). Boutrous, ha più volte rappresentato i media nei tribunali e ha già lavorato per Apple come consulente legale nel caso cartello e-book he ha obbligato l’azienda a essere seguita da un auditor nominato dal tribunale.

Uno dei primi obiettivi sarà probabilmente “smontare” l’All Writs Act, legge risalente al 1789 che obbliga le aziende alla collaborazione “forzata” o ad offrire una “ragionevole assistenza tecnica” fornendo prove che potrebbero essere importanti. In pratica Apple potrebbe ribattere spiegando di essere obbligata a offrire quello che ha, ma non quello che non ha (la backdoor che vuole l’FBI).

Riana Pfefferkorn, esperta in crittologia membro del Center for Internet and Society dell’Università di Stanford spiega che la richiesta dell’FBI di integrare un espediente software per sbloccare il dispositivo potrebbe essere vista alla stregua di una richiesta che viola l’esercizio della libertà di parola. Apple ha spiegato che non dispone di simili strumenti e sarebbe costretta a scrivere codice per questo scopo.

La protezione di codice software sotto l’ombrello del Primo emendamento della Costituzione americana è stata già discussa altre volte a livello federale. Nel 1999 la Corte d’Appello del Nono Distretto constatò che il codice sorgente di un software per la cifratura può effettivamente essere tutelato dalla norma in questione. Dettagli sulla tattica legale che Apple intenderà adottare saranno resi noti con la comparsa di risposta che l’azienda dovrà presentare entro fino mese.

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