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Vendeva acqua zuccherata e poi è andata ad Apple per cambiare la storia e la vita delle persone. Non è la biografia di Steve Jobs quando parla di John Sculley, Ceo di Apple che è passato alla storia per aver estromesso Jobs dall’azienda che aveva fondato, ma di un personaggio completamente diverso: Bozoma “Boz” Saint John.
La Saint John è un personaggio già conosciuto dalle cronache del keynote di Apple, perché è già comparsa un anno fa sul palco della multinazionale di Cupertino per parlare di musica. È un executive che vede sicuramente spazio crescente in pubblico non solo per le sue doti di manager ma anche per la politica di diversity fortemente voluta da Tim Cook: donne, neri, persone di orientamento religioso e sessuale diverso. L’inclusività fatta sistema.
Ma se anche la Saint John può apparentemente essere una “miracolata” delle politiche di Apple per quanto riguarda l’accesso al prime time dei keynote, è tutt’altro che una donna chiamata da Apple per fare numero. Arrivata nell’azienda di Cupertino tramite l’acquisizione di Beats, dov’era responsabile del marketing, è stata a capo anche del marketing di Pepsi Cola per il Nord America. Una posizione dove ha dimostrato di avere energia, intelligenza, forza di carattere ma anche gusto e una capacità di agganciare i più significativi talenti dell’industria musicale americana per farne promoter dei prodotti.
Il suo roster di celebrity che è riuscita a far lavorare per lei passa da Beyonce, Kanye, Nicki Minaj, Eminem, Katy Perry e persino Michael Jackson. Tutti pagati ovviamente in modo profumato, ma la lucidità nelle scelte e la capacità di convincimento di “Boz” hanno giocato un ruolo chiave. Così come aver messo in piedi le strategie per fare brand integration con marchi come il Super Bowl, i Grammy Awards, gli MTV VMA e i CMA Awards.
Tra l’altro ha lavorato anche per il marchio di moda Ashley Stewart e prima ancora per due agenzie di pubblicità, Arnold Worldwide e la SpikeDDB di Spike Lee. Considerata da Billboard una delle “Top Women” del settore musicale e una delle 100 più creative da Fast Company, oltre ad essere una delle 100 top executives di Ebony, “Boz” ha avuto anche una cover su AdWeek, la bibbia dei pubblicitari americani, e tantissimi riconoscimenti.
Tramite Beats Music, azienda che ha trovato in lei uno dei motori per l’espansione che poi ha consentito la vendita ad Apple, dove “Boz” si è subito ricollocata in maniera brillante, la Saint John ha fatto davvero il giro del mondo. Nativa del Ghana (e da qui il criptico riferimento durante l’ultimo keynote, quando ha fatto suonare in chiusura del suo segmento una canzone di un musicista del Ghana) è cresciuta in Colorado ed è davvero uno dei top executive che può dire di avercela fatta, di essere riuscito a inseguire e realizzare i suoi sogni.
“Sono eccitata e pronta per vincere”, “Boz” dichiarò dopo essere entrata in Beat Music. Adesso, con Apple, la sua fame di vittorie e il genio per la musica riecheggia quel “stay hungry, stay foolish” che Steve Jobs augurava undici anni fa ai giovani neolaureati di Stanford.
Glory and honor and praise to the Most High. I’m ready. #Apple #WWDC #AppleMusic #AppleNews pic.twitter.com/z94Lr4PLbN
— Bozoma Saint John (@SaintBoz) 13 giugno 2016