Che propaganda e proselitismo siano strettamente interrelati è sicuramente un’affermazione scontata; un po’ meno scontato è il modo in cui, a volte, tale interrelazione viene costituita. L’ultimo geniale esempio di ‘marketing spirituale’ viene dalla Florida, più precisamente dalla Church by the Glades, chiesa locale che si propugna di incoraggiare le persone a percorrere il cammino al seguito di Cristo.
La Chiesa è molto attenta all’utilizzo delle nuove tecnologie; quale forma promozionale potrebbe essere più efficace se non regalare una gift card da 15 Dollari, spendibili sull’iTunes Store, a tutte le famiglie che presenzieranno almeno una volta al loro nuovo ciclo di seminari?
Il vero colpo da maestro, almeno a livello di messaggio, è però il tema degli incontri, denominato I: Living in a self absorbed world.
Ritorna quella letterina, la famigerata ‘I’ che ormai imperversa come prefisso tecnologico imprescindibile: iTunes, iPod, iPhone, iMovie, iWeb, iMac e chi più ne ha più ne metta.
Un prefisso che possiamo considerare sdoganato da Apple e capace di fare ottimamente il suo mestiere, cioè costruire un messaggio dinamico ed efficace.
A noi italiani potrà dire poco, ma come ben sappiamo, la lettera ‘I’ in inglese significa ‘io’; anteposta ad un altro sostantivo, ad un verbo o ad un aggettivo, l’oggetto viene personalizzato e individualizzato nel momento stesso in cui lo si nomina.
Chi parla, afferma già in partenza il suo possesso nei confronti di qualcosa o il suo essere soggetto di un’azione. ‘iPhone’ per un americano può semplicemente voler dire ‘io chiamo’; così l’iPhone è sulla bocca di tutti, anche di chi non lo possiede.
Church by the Glades esplora proprio questa tendenza, l’affermazione della propria individualità in un mondo assorbito e concentrato su se stesso, ponendo l’accento esattamente sulla lettera ‘I’: una lettera rappresentativa sì dell’auto-affermazione del proprio Io, ma anche di un individualismo a volte pericolosamente ipertrofico.
Potrebbe sembrare una contraddizione che tali tematiche siano accompagnate proprio da un buono regalo da spendere su iTunes… ma, a pensarci bene, forse solo un iPod o un iPhone sarebbero stati più adatti, ma troppo poco spirituali rispetto al ‘virtuale’ iTunes Store.