Le future versioni di Chrome integreranno funzionalità che impediranno il tracciamento (leggendo i cookie) quando si passa da un sito all’altro e Google riferisce l’intenzione di implementare funzionalità sulla falsariga di quelle predisposte da Apple in iOS 14.
A partire da iOS 14.5 e iPadOS 14.5 (versione già nelle mani di sviluppatori e beta tester), lo ricordiamo, la funzione di Apple per la trasparenza del tracciamento nelle app richiederà alle app di ottenere l’autorizzazione dell’utente prima di tracciare i suoi dati nelle app o nei siti web di proprietà di altre aziende.
Anche Google promette un web più improntato sulla privacy. “Se il digital advertising non evolve per affrontare le crescenti preoccupazioni che le persone lamentano con la loro privacy, e su come le loro identità personali vengono sfruttate, rischiamo il futuro del web libero e aperto”, scrive sul blog aziendale, David Temkin, direttore Product Management, Ads Privacy e Trust di Google.
Temkin riferisce ancora che nonostante in precedenza Google avesse già riferito di voler cessare di sostenere i cookie pubblicitari, l’azienda continua a ricevere domande di chiarimento.
“Oggi intendiamo chiarire che una volta che i cookie di terze parti saranno storia passata, non realizzeremo identificatori alternativi per tracciare le persone mentre navigano sul web né li useremo nei nostri prodotti”, spiega ancora Temkin.
Google non ha chiarito quando questo accadrà e neanche quando nuove funzionalità specifiche per la privacy saranno integrate in Chrome. Temkin non ha neanche menzionato Apple, parlando genericamente di “altre aziende” che nell’ambito degli annunci pubblicitari vogliono dire addio ai cookie di terze parti preferendo identificatori a livello di utente.
Google è consapevole che altri potrebbero continuare a sfruttare il tracciamento, riferendo ad ogni modo: “Non crediamo che queste soluzioni rispetteranno le crescenti aspettative dei clienti sulla privacy né resisteranno alle restrizioni normative sempre più rigide”. Per Temkin questo tipo di scelte “non sono un investimento sostenibile a lungo termine”, facendo capire che, in sostanza, è una risposta alle esigenze e ai cambiamenti imposti dal mercato.
“Mantenere un Internet aperto e accessibile a tutti richiede a tutti noi uno sforzo in più per proteggere la privacy e ciò significa porre fine non solo ai cookie di terze parti, ma anche a qualsiasi tecnologia utilizzata per tracciare le singole persone mentre navigano sul web”, scrive ancora il manager di Google: parole incredibili se si pensa che per decenni gli inserzionisti hanno fatto affidamento ai cookie per tracciare gli utenti sul Web e proporre annunci pubblicitari mirati.
L’azienda di Mountain View assicura che in futuro i prodotti web di Google “funzioneranno grazie ad API che preservano la privacy e che impediscono il monitoraggio individuale, pur continuando a fornire risultati efficaci per inserzionisti e publisher”. Si prosegue, sembrando di sentire parlare Apple: ““Le persone non dovrebbero essere costrette ad accettare di essere tracciate mentre navigano online per poter ricevere pubblicità pertinenti”.
L’alternativa web di Google si chiama Privacy Sandbox e permette il targeting di determinati annunci con una raccolta di dati meno peculiare. Big G ha anche sviluppato una tecnologia chiamata Federated Learning of Cohorts (FloC) che consente agli inserzionisti di rivolgersi a persone con interessi simili anziché a singoli individui.
“I progressi fatti in ambito di aggregazione, anonimizzazione, elaborazione sui dispositivi e altre tecnologie per la tutela della privacy offrono un percorso chiaro per la sostituzione degli identificatori individuali. I nostri ultimi test sulla tecnologia FLoC mostrano un modo per eliminare efficacemente i cookie di terze parti dalle tecniche pubblicitarie, rendendo anonimi i singoli individui all’interno di grandi raggruppamenti di persone con interessi simili”.
Tutti gli articoli di macitynet dedicati alla privacy sono disponibili da questa pagina. In questo articolo invece come trovare e consultare le etichette sulla privacy di Apple.