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Tim Cook contro Trump: “Senza immigrazione Apple non esisterebbe”.

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Il CEO di Apple Tim Cook si è schierato contro la chiusura all’immigrazione decisa dal presidente Donald Trump che con un ordine esecutivo ha creato una sorta di “lista nera” bloccando l’arrivo negli USA delle persone che provengono da sette paesi a maggioranza musulmana.

“Apple non esisterebbe senza l’immigrazione” ha scritto Cook in una mail inviata ai dipendenti ottenuta da Recode, “per non parlare della crescita e il nostro modo di innovare”. “So che tanti di voi sono profondamente preoccupati per l’ordine esecutivo emesso ieri che limita l’immigrazione da molti paesi a maggioranza musulmana. Condivido le vostre preoccupazioni: non è una politica che sosteniamo”.

Il CEO di Apple è solo l’ultimo dei top manager del mondo hi-tech che ha apertamente espresso preoccupazione per gli immigrati messi “al bando” dalla Casa Bianca. Google ha richiamato i dipendenti che si trovavano all’estero e alcuni di questi sono riusciti a rientrare solo perché si trovavano già a bordo degli aerei prima della firma dei decreti; anche se in possesso di visti in corso di validità, per chi proviene da una delle sette nazioni in questione esiste il rischio concreto di essere rispediti in patria. Anche portavoce di Facebook e Microsoft hanno apertamente definito errata la scelta di Trump.

Nelle aziende del mondo IT lavorano migliaia di immigrati e la politica anti-immigrati di Trump è un rischio dal punto di vista delle risorse umane. Microsoft ha evidenziando agli investitori che la questione potrebbe avere impatto sulla futura capacità di avere personale adeguato in alcune aree di ricerca e sviluppo.

In migliaia hanno protestato negli aeroporti statunitensi e decine e decine di avvocati si sono mobilitati per offrire assistenza legale a persone bloccate e detenute nei terminal. Cook ha spiegato che i team Apple che si occupano di risorse umane, questioni politiche, giuridiche e di sicurezza, sono in contatto con i dipendenti colpiti dai decreti esecutivi di Trump e che Apple farà tutto il possibile per il loro supporto. “Stiamo fornendo risorse su AppleWeb per qualsiasi domanda o preoccupazione riguardo alle politiche di immigrazione e abbiamo contattato la Casa Bianca per spiegare gli effetti negativi per i nostri colleghi e la nostra azienda”.

“Come abbiamo detto tante volte” prosegue Cook nella mail, “la diversità rende il nostro team più forte. Se c’è una cosa che conosco delle persone in Apple, è il profondo senso dell’empatia e il supporto l’uno per l’altro. È importante ora è lo è sempre stato, e la nostra determinazione non cambierà di una virgola. So che posso contare su tutti voi ed essere sicuro che tutti in Apple si sentano benvenuti, rispettati e valorizzati”.

“Apple è aperta. Aperta a tutti. Indipendentemente da dove le persone arrivano, la lingua che parlano, chi amano, la religione che professano. I nostri dipendenti rappresentano i migliori talenti al mondo, e il nostro team è composto da persone che arrivano da ogni angolo del pianeta”. Cook conclude la mail citando Martin Luther King: “Siamo arrivati con navi diverse ma ora siamo tutti sulla stessa barca”.

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