Si è da poco concluso il processo Apple contro Samsung, che porterà la giuria ad esprimersi, questa volta definitivamente, sul risarcimento danni che Samsung dovrà ad Apple per aver violato cinque brevetti di Cupertino, tre dei quali inerenti a display, vetro frontale e cornici. Lunedì il brevetto, ma ecco cosa dicono le arringhe conclusive degli avvocati.
Dopo una settimana di interrogatorio a testimoni vari, gli avvocati di Samsung ed Apple hanno avuto modo di chiudere il processo con le loro arringhe conclusive. Naturalmente, le parti sono rimaste ancorate alle originali interpretazioni da attribuire alle singole violazioni. Apple ritiene che la violazione dei singoli brevetti debba portare ad un risarcimento calcolato su ogni smartphone venduto; di contro Samsung ritiene che il risarcimento dovrà essere calcolato sui vantaggi derivanti dalle singole componenti copiate.
Per convincere i giurati delle proprie argomentazioni, gli avvocati di Apple hanno chiesto ad un testimone, nella specie Michael Wagner, consulente di gestione di Samsung, se la società sud coreana ha modo di calcolare, ed effettivamente calcola gli utili sulle singole voci relative a display, frontale in vetro e cornici. La risposta, ovviamente, è stata negativa. Con questo Apple ha voluto far capire ai giurati che non è possibile calcolare il beneficio economico derivato a Samsung sulle singole componenti: aver copiato parti del telefono equivale ad aver copiato l’intero telefono.
Ed ancora, per rimarcare questo concetto, i legali Apple hanno utilizzato una metafora automobilistica. Rivolgendosi alla giuria, gli avvocati di Cupertino hanno affermato:
Samsung vuole farvi credere [che] se Ford avesse deciso di copiare la forma della Beetle di Volkswagen … l’articolo di produzione finale sarebbe stato solo un guscio esterno
Apple, insomma, rimane ferma sull’idea che non è possibile sezionare un telefono e calcolare i danni sulla base delle componenti copiate: i brevetti, a dire di Apple, coprono l’intero telefono. Il fatto di poter effettivamente scomporre il telefono in tanti pezzi non vuol dire nulla, spiega Apple. La domanda da porsi, dicono gli avvocati, è a cosa vengono applicati quei brevetti: «non si tratta di un display, di una lastra di vetro, di una cornice, si tratta dell’intero telefono».
La giuria si esprimerà lunedì: Samsung vorrebbe pagare un risarcimento pari a massimo 28 millioni di dollari, mentre Apple vorrebbe almeno 1 miliardo di dollari.