L’agenzia di stampa AGI fa sapere che La Procura di Milano ha chiuso le indagini su due dirigenti di Apple Italia e un cittadino irlandese accusati di omessa dichiarazione dei redditi in relazione alla presunta maxi evasione fiscale dal 2008 al 2013. L’iniziale ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta è stata modificata in omessa dichiarazione, reato per il quale sono previste pene che vanno da uno a tre anni.
Secondo le accuse Apple avrebbe evaso circa 879 milioni di euro non versando l’Ires (l’imposta sul reddito) per cinque anni, dal 2008 al 2013, con profitti contabilizzati dall’irlandese Apple Sales International approfittando della legislazione favorevole dal punto di vista fiscale in Irlanda. Il sistema è lo stesso seguito da altri giganti dell’hi-tech, Amazon e Google comprese (anche per queste sono in corso inchieste in Europa) con i profitti contabilizzati in Irlanda, Paese dove la pressione fiscale è più favorevole.
Le persone indagate sono: il legale rappresentante di Apple Italia, Enzo Biagini, il direttore finanziario Mauro Cardaio e un top manager della societa’ con sede in Irlanda, Michael Thomas ‘O Sullivan. Il fascicolo era stato aperto due anni addietro e nel corso dell’inchiesta era stata perquisita anche la sede milanese di Apple, sequestrato materiale informatico e telefonico. Da quanto pare di capire si cercherà di trovare un’intesa. Apple è rappresentata dal legale Paola Severino, ex Ministro della Giustizia del Governo Monti.
Un portavoce della Mela ha dichiarato a Reuters che “Apple è uno dei più grandi contribuenti del mondo e paga ogni euro dovuto ovunque fa business”. E ancora: “Le nuove accuse contro i nostri impiegati sono completamente infondate nel merito e siamo fiduciosi che il rinvio a giudizio arriverà alle stesse conclusioni”.