La notizia che Essential chiude non arriva a sorpresa, tenendo presente che le vendite dello smartphone omonimo non sono mai decollate e che il secondo terminale progetto GEM è stato mostrato ma mai concretizzato.
A questo si aggiunge anche la fuoriuscita del fondatore Andy Rubin, papà di Android ed ex dirigente di Google, da Playground Global, incubatore tecnologico da lui fondato, ufficializzata a ottobre 2019 che aumenta ancora più le distanze del controverso Rubin dagli importanti investitori e in generale dalla Silicon Valley.
Essential chiude perché, pur avendo spinto al massimo il concetto di uno smartphone assistente in grado di fare tutto o quasi per l’utente, la società non è riuscita a individuare una strategia e un percorso per commercializzarlo e portarlo agli utenti. «Nonostante i nostri migliori sforzi, abbiamo sviluppato GEM fino a dove possibile e purtroppo non abbiamo un percorso chiaro per proporlo ai clienti. In base a ciò abbiamo preso la difficile decisione di cessare le operazioni e di chiudere Essential».
Così recita la dichiarazione ufficiale, ma tra le righe è più semplice intendere l’impossibilità di creare un dispositivo realmente alternativo in grado di sostenere la super competizione di questo settore.
Con la chiusura di Essential arriva la fine di qualsiasi aggiornamento software per l’unico terminale rilasciato dalla società, così l’update di sicurezza del 3 febbraio diventa l’ultimo. Essential PH-1 continuerà a funzionare ma non riceverà più né aggiornamenti né supporto clienti. Chiusura totale anche per l’app di posta elettronica Newton Mail, servizio che gli utenti potranno utilizzare solo fino al 30 aprile.
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