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Chip M1, per Apple è ora di dimenticare gigahertz e specifiche valide sulla carta

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Il chip M1 di Apple è stato progettato per ottenere performance nell’uso reale delle applicazioni e non per vantare specifiche valide sulla carta come i produttori di chip normalmente fanno. A riferirlo in un’intervista sono i dirigenti di Apple Craig Federighi – Senior Vice President Software Engineering -, Greg “Joz” Joswiak – Senior Vice President Worldwide Marketing, e Johny Srouji, Senior Vice President, Hardware Technologies.

I tre dirigenti di Apple hanno recentemente parlato con Om Malik, partner di True Ventures, un gruppo di venture capital, per spiegare perché i chip Apple Silicon della Mela si distinguono dai concorrenti.

Federighi riferisce che le specifiche tipicamente sbandierate dall’industria di settore hanno da tempo smesso di rappresentare un predittore delle performance nel mondo reale. “Dal punto di vista architettonico quanti flussi di filmati 4K o 8K si possono elaborare simultaneamente durante l’esecuzione di determinati effetti? Questa è la domanda alla quale i professionisti del video vogliono una risposta. Nessuna specifica sul chip sarà in grado di rispondere a questa loro domanda”, riferisce Federighi.

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Aziende quali Intel e AMD usano metriche quali i gigahertz e l’indicazione della potenza termica perché sono principalmente produttori di componenti, e possono praticare prezzi più alti per specifiche superiori. Apple, riferiscono i dirigenti, ragiona in modo diverso.

“Noi siamo una società incentrata sui prodotti e costruiamo un bellissimo prodotto che vanta una stretta integrazione tra software e silicio”, spiega Srouji. “Non è una questione di gigahertz e megahertz ma di quello che i clienti riescono a ottenere”.

Benché il chip M1 sia progettato tenendo conto di compattezza e performance, è in grado di fare di più rispetto a chipset concorrenti per via di un motore grafico integrato di fascia alta e una architettura di memoria unificata. Questo tipo di architettura riduce ad esempio la necessità di spostare dati tra il bus di sistema – qualcosa che lo rende diverso dai sistemi con CPU discreta – elemento che si traduce nella minore necessità di raffreddamento attivo, in memoria ad efficienza elevata e chip più potenti sul versante performance.

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“La maggiorparte dell’elaborazione prima avveniva sulla CPU”, spiega Srouji. “Ora una notevole parte di elaborazione che avviene per la CPU, la grafica, con il Neural Engine, e l’Image Signal Processor”. E anche se le macchine con M1 attualmente fanno parte dello gamma più bassa dei Mac tipicamente disponibili, i tre  nuovi Mac da poco presentati, scrive Appleinsider citando stime di Morgan Stanley, rappresentano il 91% dei Mac spediti negli ultimi dodici mesi.

I clienti di Apple che tipicamente non comprano Mac nella fascia di prodotti presentati secondo Federighi non vedono l’ora di avere chip per la fascia più alta di prodotti, spiegando ch queato momento arriverà ma per adesso i sistemi presentati sono superiori sotto qualsiasi punto di vista ai sistemi che hanno sostituito.

La stretta integrazione tra hardware e software, e l’alto livello di cooperazione tra questi due team separati, permette all’azienda un diverso approccio nella progettazione dei chip. “Ci troviamo in una posizione che ci consente di lavorare insieme, definire il chip con il quale creare il computer che desideriamo, e poi costruire questo esatto chip su larga scala, qualcosa di molto profondo”, riferisce ancora Federighi.

“Ritengo che il modello di Apple sia unico e il migliore”, afferma Srouji. “Stiamo sviluppando un chip custom che si adatta perfettamente ai prodotti e a come i software che ci girano li usano”. “Quando progettiamo i nostri chip, con tre o quattro anni in anticipo, Craig e io siamo seduti nella stessa stanza per definire cosa vogliamo offrire e lavoriamo a stretto contatto, qualcosa di impossibile da fare con Intel, AMD o chiunque altro”.

Per tutte le notizie sui nuovi Mac ARM vi rimandiamo a questa sezione di Macitynet.

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