Con una decisione che sta già facendo discutere, il Chicago Sun-Times, uno dei quotidiani più antichi degli USA, ha deciso di licenziare in tronco tutto il team di 28 fotografi professionisti della carta stampata, compreso il premio Pulizer John White. In sostituzione, ai reporter verranno offerte delle lezioni di “iphonografia”, per consentire ai giornalisti di scattare le immagini necessarie alle pubblicazioni direttamente con il proprio iPhone o con uno smartphone dotato di fotocamera.
La decisione è stata giustificata con la necessità di concentrarsi maggiormente sui contenuti video, ma – come fa notare Allen Murabayashi di Petapixel in un interessante articolo in merito – le vere ragioni che stanno alla base della decisione del quotidiano di Chicago vanno ricercate maggiormente nell’evoluzione del mercato del foto giornalismo, che sembra essere ormai il più colpito dall’avvento della rete e delle tecnologie digitali.
I parametri chiave per valutare l’importanza di un’immagine sono drammaticamente cambiati con la fruizione online delle notizie e la produzione dei contenuti da parte degli utenti, tanto che oggi – paradossalmente – nell’era di massima fioritura e sviluppo dell’immagine digitale, il professionismo fotografico affronta la sua crisi più grande, messo all’angolo da un modello di business online che ha privato le fotografie del loro spazio originario e del loro ruolo nel raccontare una storia.
Detto in soldoni, avere fotografi professionisti nel proprio staff non aumenta le “impressioni” e il numero di pagine viste di un sito; meglio dunque tagliare i costi, rappresentati da chi le foto le fa per guadagnarsi da vivere, e sostituirli con un iPhone o un Samsung Galaxy. Il risultato in termini di “page views” non cambia.
Non possono che tornare alla mente in questo contesto le ultime parole di Marissa Mayer, che aveva “osato” affermare la morte prematura della fotografia professionale:
Non c’è più una cosa come Flickr Pro oggi perché [con così tante persone pronte a scattare fotografie] non c’è davvero più nulla di simile ai fotografi professionisti.
Nonostante le critiche piovute addosso al CEO di Yahoo per queste parole, e le proteste da parte dei fotografi professionisti, la recente decisione del Chicago Sun-Times non fa altro che confermare quanto detto da Mayer, almeno nel campo del foto-giornalismo, dove ormai sembra che un iPhone sia sufficiente per sostituire un fotografo professionista.