Cosa serve a un televisore? Un grande schermo, per cominciare. Con la migliore qualità ottenibile. Le tecnologie per farlo sono molte (microled, etc). Questo schermo deve presentare contenuti in 4K o almeno in HD di alta qualità. E poi? Avere cornici minime, magari nessun logo sul davanti e un comando intuitivo.
Cos’è che non serve? Un televisore non deve avere un sistema operativo, non deve essere curvo, non deve mostrare immagini 3D, non deve emettere odori o sapori collegati a quel che si vede, non deve risponderci se lo chiamiamo, non deve navigare il web da solo e magari aprire connessioni alla rete web3 con blockchain e web3, non deve fare il caffè. Un televisore deve fare il televisore e basta, giusto?
Abbondare è meglio che scarseggiare
Invece questa non è, a quanto pare, la filosofia dei produttori di apparecchi televisivi. E quest’anno il CES, come negli anni precedenti peraltro, continua a presentarci apparecchi televisivi di qualità media, buona o anche ottima, ma inquinata definitivamente con una tonnellata di gadget e funzioni inutili e ridondanti per le quali, tuttavia, paghiamo.
E paghiamo caro: perché un televisore con il sistema operativo Android richiede processori e memoria che non sarebbero necessarie per un televisore più semplice e orientato alla gestione dell’immagine. Ma le app e i servizi? Quelli li mettiamo nel box di Sky, nella Apple Tv, nel dongle Chromecast o nella chiavetta Amazon. Insomma, che bisogno c’è di infilare cose costose e suggete a rapida obsolescenza dentro un televisore?
Arrivano gli NFT
L’ultima idea è quella di Samsung: i suoi apparecchi del 2022 avranno il supporto per cercare, navigare e mostrare oltre che acquistare gli NFT, i token non-fungibili che tra l’altro sono collegati alla rete blockchain di metadati che sarà possibile navigare e vedere. Ma a cosa serve? Dateci un televisore che fa il televisore bene, non vi basta?
Capiamo quale sia il problema: il mercato degli apparecchi televisivi ha margini ristrettissimi, si gioca su profitti nell’ordine di qualche decina di euro. Per questo viene “arricchito” da funzioni totalmente inutili o quasi ma che servono a distinguerlo dalla folla. O almeno, questa dovrebbe essere l’intenzione. Ma siamo veramente sicuri che sia così?
Cos’è un televisore
Uno dei motivi per cui non abbiamo una Apple TV intesa come televisore, nonostante a molti in Apple (probabilmente anche Steve Jobs incluso) l’avrebbero molto voluta è questo: non c’è più niente o quasi da innovare in un apparecchio televisivo se non aggiungendo funzioni sostanzialmente inutili. Come la televisione 3D: ve la ricordate? Poco dopo il 2010 sembrava non si potesse vivere senza, e poi salta fuori che si può eccome, tant’è vero che non è mai decollata.
Un televisore è un contenitore del contenuto e deve scomparire il più velocemente possibile. In maniera parzialmente simile a un iPad, quello che è importante è il contenuto, non quello che c’è attorno e lo contiene. Un contenitore che serve a rallegrare il nostro spirito con le sue linee essenziali e a darci la sensazione che il nostro contenuto sia fruibile al meglio. Non deve essere pieno di bloatware, di app inutili, di software che pagheremmo volentieri per poterlo eliminare.
Ma che senso ha un televisore che si aggiorna come se fosse un computer Windows? (Nel senso che lo fa sul più bello, a sorpresa).
Anche Amazon arriva alla festa
Sta arrivando anche il televisore (anzi, più di un modello) con il marchio Amazon, che permette di ridurre molte delle problematiche legate all’eccesso di funzioni, ma non risolve ancora tutti i problemi. Il televisore è uno schermo, non è un prodotto: quelli sono i contenuti e le app dentro lo schermo, ma devono essere svincolati dalla cornice, altrimenti si ricasca nel solito problema che da decenni ci ossessiona con Windows. E per favore, smettete ancora prima di cominciare di fare televisori che comprano e mostrano gli NFT. Grazie.