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Chi è Jonathan Ive, il designer che ha lasciato Apple dopo 30 anni

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Jony Ive è un designer che potremo definire leggendario: il suo nome è legato indissolubilmente a prodotti iconici di Apple quali l’iPad, l’iMac, l’iPhone ma anche l’Apple Park e tanti, tantissimi altri prodotti e accessori vari della Casa di Cupertino.

Ive ha cominciato a lavorare per la Casa di Cupertino nel 1992 ed è considerato una leggenda nel settore, l’uomo dietro al design di tanti dispositivi iconici dell’azienda cofondata da Steve Jobs e guidata dall’attuale CEO Tim Cook.

Quest’ultimo ha ribadito il valore di Ive nel comunicato stampa diramato per annunciare la sua partenza (creerà un’azienda indipendente di design che avrà ad ogni modo la Mela tra i suoi principali clienti): “Jony è una figura unica nel design mondiale e il suo ruolo nel rilancio di Apple non può essere esagerato, dall’iMac del 1998 all’iPhone fino all’ambizione senza precedenti dell’Apple Park, in cui ha recentemente messo così tanta energia e cura”.

Del genio del design responsabile di molte scelte estetiche dell’hardware prodotto negli ultimi anni dalla casa di Cupertino e anche per le scelte dell’Human Interface team (tra mille mansioni di cui è stato responsabile anche dei rinnovo dell’interfaccia di iOS da iOS 7 in poi), sappiamo un po’ tutto e anche il nostro sito ha dedicato più volte articoli specifici alla sua figura.

Chi è Jonathan Ive, il designer che ha lasciato Apple dopo 30 anni
Jony Ive e Tim Cook insieme nel settembre del 20018 in occasione del lancio di iPhone XR

Un interessante libro che racconta per filo e per segno la sua storia (tradotto anche in italiano) è quello di Leander Kahney: “Jony Ive. Il genio che ha dato forma ai sogni Apple” (su Amazon e nel Book Sore di Apple). Per redigerlo ha sentito vari collaboratori che hanno lavorato con il designer britannico e questi spiegano la sua filosofia e il suo modo di lavorare; nel libro si trovano aneddoti sulla sua infanzia, adolescenza, educazione.

Inizialmente sottovalutato in azienda, di lui si accorse Jobs al suo ritorno in Apple nel 1996: Ive era già a capo del design team dell’azienda; stava, in effetti, pensando di andar via finché, di fatto, il defunto CEO lo convinse a soprassedere. Inizialmente Jobs era alla ricerca di una star del settore da mettere a capo del team in questione (fu fatta un’offerta a Richard Sapper) ma sembra che Ive e Jobs ebbero modo di incontrarsi, conoscersi, diventare amici e apprezzare entrambi le idee dell’altro. Jobs decise di dare fiducia al giovane (all’epoca trentenne) designer britannico (e ovviamente anche al team che si occupa di design a Cupertino) e vennero fuori idee brillanti, oggetti di culto apprezzati per la loro bellezza e funzionalità.

“Porto nitidamente impresso nella memoria il momento in cui Steve dichiarò che il nostro obiettivo non era soltanto guadagnare, ma anche creare prodotti eccellenti”, ha dichiarato Ive in altre occasioni, “le decisioni che si assumono sulla scorta di una filosofia del genere sono profondamente diverse da quelle che si prendevano allora alla Apple”. Nella maggior parte delle aziende il design è subordinato alla parte ingegneristica: gli ingegneri decidono specifiche e caratteristiche e i designer concepiscono scatole/involucri per contenerle. Per Jobs il processo andava pensato tendenzialmente in modo opposto. Il defunto CEO di Apple sapeva che il design era parte integrante di ciò che aveva reso grande l’azienda.

Nella biografia di Walter Isaacson dedicata a Steve Jobs, il defunto co-fondatore di Apple ha elogiato più volte Ive. All’inizio Ive dovette fare riferimento a Jon Rubinstein, l’uomo che Jobs aveva chiamato alla guida della sezione hardware. Nondimeno si sviluppò un rapporto insolitamente forte e diretto tra Jobs e Ive. “Cominciarono a pranzare insieme con regolarità e alla fine di ogni giornata Jobs passava a farsi una chiacchierata allo studio di design di Ive”.

«Jony godeva di uno status speciale: veniva a trovarci a casa e le nostre famiglie finirono per fare amicizia”, racconta Laurene Powell (vedova Jobs); «Steve non è mai stato brusco con lui, almeno non di proposito. La maggiorparte delle persone presenti nella vita di Steve sono sostituibili, Jony no».

Jobs raccontò al suo biografo il “cambiamento incredibile apportato non solo alla Apple ma al mondo”. «È una persona spaventosamente intelligente, in tutti i sensi. Ha una visione dell’impresa, una visione del marketing. Assorbe i concetti con l’estrema facilità di un click. Ha chiara la nostra essenza meglio di chiunque altro. Se penso a un partner spirituale alla Apple, quello è Jony; lui e io pensiamo la maggiorparte dei prodotti insieme, e solo successivamente chiamiamo in causa gli altri e domandiamo: ”Allora che ne pensate?”. Jony sa vedere il quadro generale e nel contempo i dettagli più microscopici di ogni prodotto. Lui non è solo un design. Ecco perché lavora direttamente per me. Alla Apple ha più potere operativo di chiunque altro all’infuori di me. Non c’è nessuno che possa dirgli che cosa fare o che cosa lasciar perdere. Ho disposto così».

Ive, oggi 52 anni, ha creato il design degli iPod, iPad e i Mac degli ultimi anni. Nel 2006 è stato insignito del titolo di Commander of the Order of The British Empire. Il riconoscimento, simile al nostro cavalierato, è stato assegnato a Ive per i meriti conseguiti nell’ambito del design e in particolare dei computer Macintosh a partire dal 1997 e successivamente di tutti i prodotti di Apple, tra cui gli iPod.

Il titolo di Commander of The Order of The British Empire (CBE) non è la prima onorificenza assegnata a Ive, che è cittadino britannico. Tra i titoli, alcuni riguardano specificatamente il suo lavoro nel campo del design, come Designer of the Year assegnatogli dal Design Museum London e il titolo di Royal Designer for Industry conferito dalla The Royal Society of Arts.

Ive ha dichiarato che “dopo quasi 30 anni e progetti infiniti, non potrei essere più orgoglioso dell’ultima lavoro fatto per creare team, processi e cultura del design su cui Apple non ha rivali. Oggi è più forte e pieno di talenti come mai nella sua storia”.

Se volete saperne di più di Ive, Macitynet ha decine di articoli che riassumono il suo lavoro, parlano delle sue interviste e permettono così di farsi un quadro di chi è stato e di chi potrebbe anche essere in futuro Jonathan Ive.

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