Il mercato dell’elettrico sembra ancora altalenante, almeno per quanto riguarda l’Italia. Sembra chiaro a tutti che, almeno al momento, il mercato di riferimento per gli EV è quello cinese, che però sta investendo moltissimo anche in Europa. Se da un lato l’Italia sta tentando di attrarre investimenti all’interno del nostro Paese, dall’altro c’è chi ha ben pensato di snobbare lo stivale.
Il riferimento è alla casa automobilistica cinese Chery, che sta pensando di mettere sì basi in Spagna, dove attualmente il mercato degli EV fa segnar una percentuale di adozione pari al 12%, la metà di quello del Portogallo e della Francia.
La strategia di espandersi in Europa a partire dalla Spagna è parte, probabilmente, del più ambizioso piano di creare tre marchi in Europa, lanciando altrettanti modelli di auto per ciascuno, entro il 2026.
Non solo auto elettriche per Chery
Il brand cinese, però, non è intenzionata a portare solo auto elettriche in Europa. La casa, infatti, vorrà vendere all’interno del territorio EU anche auto a combustione tradizionale, affiancando a queste anche auto a gas, tra cui il SUV di lusso che già vende in Cina, oltre a veicoli EV a basso costo. Tra queste ultime, Chery prevede di lanciare il modello Omoda 5, che dovrebbe avere un listino di partenza di circa 37 mila euro.
La produzione spagnola
A confermare l’accordo tra Stato e casa automobilistica anche il ministro dell’industria spagnolo, che ha riferito sulla formalizzazione della partnership già nei prossimi giorni. In particolare, si prevede che la produzione avrà sede a Barcellona, dove saranno costruiti sia veicoli elettrici, che veicoli a combustione e ibridi.
Non è chiaro cosa(o se) la Spagna abbia offerto alla Cina per favorire l’accordo, ma è noto che il governo regionale della Catalogna abbia inviato alti funzionari in Cina proprio per incontrare i dirigenti di Chery.
La Spagna sta anche aprendo due gare d’appalto quest’anno per le aziende di veicoli elettrici per richiedere un totale di 1,7 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per la produzione di veicoli elettrici, che fa parte dello schema di incentivi che si basano sui fondi europei di soccorso per la pandemia, secondo quanto riferito da Automotive News Europe.
Chery, la pista italiana
A marzo scorso si era parlato di una possibile pista italiana. Secondo quanto riferito i dirigenti della società sarebbero stati in trattative con il nostro Paese, ma l’accordo sarebbe attualmente in una fase di totale stallo. Addirittura, qualsiasi possibile accordo potrebbe essere naufragato, tanto che la casa automobilistica al momento avrebbe preferito continuare i rapporti con la Spagna.
Chissà se l’Italia riuscirà quanto meno ad aggiudicarsi una corsia preferenziale da Tesla.