OpenAI, l’organizzazione senza fini di lucro che promuove e sviluppa tecnloogie di Intelligenza artificiale AI come ChatGPT e altre ancora, lo scorso anno ha grosso modo raddoppiato le perdite: sono arrivate a 540 milioni di dollari, trainate dagli elevati costi per sviluppo e funzionamento di ChatGPT, oltre che per assumere dipendenti chiave da Google.
La sola gestione del chatbot più noto costa più di 700.000$ al giorno, circa 639mila euro, questo per programmazione, manutenzione e funzionamento. A riferirlo è il sito The Information citando tre non meglio precisate persone a conoscenza dei dati finanziari della startup.
Costi in salita anche con utenti a pagamento
Dai dati in questione emerge il costo enorme per la gestione e l’addestramento dei modelli di machine-learning, prima di offrire le iscrizioni con abbonamento (ChatGPT Plus) a 20 dollari al mese, per garantire accesso prioritario al servizio di chatbot AI, con risposte più veloci.
Nonostante l’arrivo di versioni di ChatGPT a pagamento, i costi per l’azienda secondo le fonti intervistate – cresceranno ancora, per la necessità di espandere ulteriormente le infrastrutture.
ChatGPT costa ma OpenAI ha le spalle coperte
OpenAI non rischia ad ogni modo il fallimento, grazie anche a investimenti ingenti come quello di Microsoft che a inizio anno ha pompato 10 miliardi di dollari nelle casse della startup, e ancora prima 1 miliardo di dollari, ottenendo licenze in esclusiva.
Il cofondatore Sam Altman, avrebbe fatto sapere in via ufficiosa che OpenAI potrebbe arrivare a raccogliere finanziamenti per oltre 100 miliardi di dollari negli anni a venire, in virtù del fortissimo interesse da parte di investitori su tutto ciò che riguarda l’intelligenza artificiale in generale.
OpenAI chi, cosa e quando
OpenAI è stata fondata nel 2015 e ha sede a San Francisco. Tra i fondatori ci sono Elon Musk e Sam Altman (presidente dell’acceleratore di startup Y Combinator). Altri finanziatori del progetto, sono: Reid Hoffman (co-fondatore di LinkedIn), Peter Thiel (co-fondatore di PayPal), Greg Brockman (ex CTO di Stripe), Jessica Livingston (fondatrice partner di Y Combinator), Infosys (azienda di consulenza IT indiana) e altri ancora.
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