OpenAI «Rafforzeremo la protezione dei dati personali»: è l’impegno che la società creatrice dell’intelligenza artificiale AI generativa ChatGPT, super finanziata da Microsoft, ha annunciato a conclusione dell’incontro svoltosi giovedì 6 aprile in videoconferenza con l’Italia col Garante della Privacy, che in misura preventiva ha bloccato l’accesso al chatbot in Italia, primo caso al mondo, già dal 31 marzo.
Secondo l’Autorità italiana, che accusa OpenAI di non aver verificato l’età degli utenti e fa notare notare l’assenza di «una qualsiasi base legale che giustifichi la massiccia raccolta e archiviazione di dati personali», ci sarebbero importanti criticità riguardo la tutela della privacy degli utenti.
In conseguenza di ciò, OpenAI rafforzerà la trasparenza nell’uso delle informazioni e invierà un documento con tutte le misure prese a tale scopo. Da parte sua il Garante assicura di non avere alcuna intenzione di frenare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma questo deve avvenire nel rispetto dei dati personali dei cittadini in Italia e nell’Unione europea.
La società dice di esser convinta di rispettare già le norme in tema di protezione dei dati personali, tuttavia collaborerà comunque con l’Autorità italiana in modo da trovare un punto di incontro, risolvere le criticità segnalate, e rimettere il chatbot a disposizione dei cittadini italiani. Il documento sarà inviato la prossima settimana ma potrebbero volerci diversi giorni per sottoporlo ad attenta valutazione.
In un post di pochi giorni fa intitolato Il nostro approccio alla sicurezza dell’AI, la società di San Francisco specifica che non utilizza i dati raccolti per vendere servizi o pubblicità e neppure per profilare le persone, ma semplicemente «per rendere i modelli AI più utili per le persone».
ChatGPT, ad esempio, migliorerebbe proprio con l’uso. «Sebbene alcuni dei nostri dati di addestramento includano informazioni personali reperibili pubblicamente online, vogliamo che il nostro modello di AI conosca il mondo, e non i privati».
Il caso italiano fa discutere
I timori del Garante sono fondati, visto anche il rischio della prima causa per diffamazione per ChatGPT e OpenAI minacciato in Australia. Nel frattempo spuntano pareri e proposte su come mettere in regola l’AI, come quella della Regione Lombardia che attraverso il gruppo Pd ha depositato una proposta di legge scritta proprio da ChatGPT.
Nel resto del mondo invece si sta studiano il caso nostrano per valutare se seguire l’esempio del Garante della Privacy italiano. In attesa di poter tornare a chattare con ChatGPT, ecco le cinque migliori alternative attualmente accessibili in Italia.
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