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Therabot è un chatbot che sfrutta l’AI per aiutare chi soffre di ansia e depressione

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Il MIT Technology Review riferisce di una prima sperimentazione clinica con un bot terapeutico che sfrutta l’AI generativa; i risultati ottenuti con i partecipanti ai test sembrano efficaci tanto quanto la terapia umana tra coloro che soffrono di depressione, ansia o a rischio di sviluppare disordini alimentari.

Un team composto da ricercatori psichiatrici e psicologi presso la Dartmouth Geisel School of Medicine ha creato un tool denominato Therabot evidenziando i risultati sul New England Journal of Medicine.

Varie aziende IT stanno creando bot terapeutici sfruttando l’AI, strumenti che dovrebbero permettere di affrontare lacune nella cura della salute mentale e consentire accesso più frequente ed economico alle terapie. Vi sono ad ogni modo sfide da affrontare, comprese risposte dai chatbot troppo sintetiche o formulate male e che potrebbero causare danni, per non parlare della necessità di creare relazioni terapeutiche, difficili da replicare con un software. Molti bot fanno affidamento a dati generici disponibili su internet, ma i ricercatori della Dartmouth hanno sviluppato Therabot usando set di dati personalizzati, basati su evidenze.

I 210 partecipanti (persone con diagnosi di disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato o disturbi del comportamento alimentare) hanno interagito con Therabot attraverso un’app per smartphone, riferendo come si sentivano o avviando conversazioni quando avevano bisogno di parlare. Le persone con diagnosi di depressione hanno registrato una riduzione media dei sintomi del 51% (il migliore risultato dello studio); con quelli con ansia generalizzata si è registrata una riduzione media dei sintomi del 31%, con partecipanti passati da ansia moderata a lieve, o da ansia lieve a una soglia inferiore a quella clinica per la diagnosi.

Tra le persone a rischio per disturbi alimentari (non facili da trattare) è stata segnalata una riduzione media del 19% nelle preoccupazioni riguardanti l’immagine corporea e il peso.

L'AI si rifiuta di programmare, imparate a farlo voi - macitynet.it

Semplificando, la conclusione è che – sebbene per terapie del genere sia necessaria la supervisione di un medico, queste potrebbero essere potenzialmente utili per offrire supporto in tempo reale a tante persone che non hanno la possibilità di accedere con regolarità a un professionista della salute mentale.

Si tratta in tutti i casi di esperimento e non è ancora stato concesso il via libera a decine di aziende che sperano di potere operare in una zona grigia dal punto di vista della regolamentazione.

Per tutti gli articoli dedicati all’intelligenza artificiale rimandiamo alla sezione dedicata di macitynet.

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