In Italia almeno 100.000 giovani lavorano grazie alle app. È questa una delle cose che Luca Maestri, Senior Vice President e Chief Financial Officer di Apple, ha detto ieri a Firenze, dove è stato ospite e relatore, presso il teatro Odeon, dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori.
All’incontro con oltre 700 studenti italiani delle scuole superiori, coinvolti nel progetto «Il Quotidiano in Classe», il top manager di Cupertino, l’uomo che gestisce il maggior patrimonio privato al mondo, ha parlato di come si possa trovare la propria strada nella vita, di quali siano i percorsi del successo e come sia necessario avere qualche cosa di importante dentro di sè. «Dovete – ha detto Maestri intervistato da Luciano Fontana del Corriere della Sera – guardarvi dentro e capire se una passione c’è. Fare qualcosa che vi appassiona ha una correlazione altissima con il successo”.
Fontana ha poi chiesto a Maestri quale è stata la ricetta vincente di Apple, domanda a cui il CFO di Cupertino ha risposto che l’azienda “segue la cultura instillata da Steve Jobs, una combinazione tra due princìpi, fare il prodotto migliore possibile e raggiungere la massima soddisfazione del cliente, dando attenzione ai dettgli”; “è come fare un gioco belissimo e fare contenti i tifosi, senza pensare al, risultato”. “È una filosia che mi mette un po’ in apprensione, ma il risultato finanziaro per noi non è il fine, ma la conseguenza”.
Tra le domande fatte dai ragazzi, anche la questione FBI e perché Apple non abbia vouto aprire l’iPhone dell’attentatore di San Bernardino all’FBI e la questioni su conti off-shore. “Siamo l’azienda che paga più tasse di qualsiasi altra al mondo” ha detto Maestri, “se volessimo fare evasione fiscale faremmo un lavoro pessimo”. Per quanto riguarda l’FBI la linea di Maestri è la stessa del CEO Tim Cook sul perchè Apple abbia deciso di non rilasciare un software per bucare il proprio sistema: “Quando un software così esiste, prima o poi finisce nelle mani sbagliate e la privacy di milioni di persone al mondo viene compromessa”.
Infine, tra studenti che non hanno risparmiato domande scomode (come quella sui paradisi fiscali e qualche critica ai prodotti Apple) a chi gli chiedeva qualche consiglio su come riuscire, Maestri ha consigliato di provare con le app: «Un mercato che in Europa ha già dato lavoro a 1,5 milioni di giovani di cui almeno 100 mila in Italia». Una notizia interessante, soprattutto perchè proprio in Italia, a Napoli dovrebbe nascere il primo centro didattico, ufficialmente gestito da Apple, per lo sviluppo di applicazion.