Nel 2009 il settore del cinema ha retto e probabilmente i primi mesi del 2010 saranno con il segno più, ma poi comincerà l’inferno. Perché nel 2009, complice anche la crisi che spinge a comportamenti molto particolari nel settore dei consumi, la gente è tornata al cinema. La spinta dei film in 3D non è secondaria, tra le altre cose. Però questo fatto ha nascosto il crollo verticale delle vendite di DVD, compreso il nuovo formato del Blu-ray. Nel passaggio 2008-2009 gli Usa da soli hanno visto crollare da 10,06 miliardi di dollari le vendite di DVD e Blu-ray a 8,73 milioni, -13% anno su anno, mentre al cinema la gente ha speso 9,87 miliardi, rispetto agli 8,99 dell’anno prima.
Cosa significa tutto questo? Che per decollare il mercato del video deve fare un salto di qualità “culturale”, che in termini pratici vuol dire trovare una alternativa al presente schema dei DRM, i lucchetti digitali che vincolano in maniera eccessiva l’uso dei film su un unico apparecchio. Altrimenti, non si venderanno più DVD e neanche si venderanno sul serio i film in formato digitale.
La reazione è cominciata male. Perché il primo capitolo è una lotta tra i 21 membri del consorzio DECE, nato nel 2008, e gli altri grandi attori, tra i quali spiccano Apple da un lato (che ha il suo schema di DRM portabile, FairPlay) e Disney, che sta lavorando al suo standard KeyChest. La lotta si basa sul DECE, cioè il Digital Entertainment Content Ecosysm, il sistema per cercare di consentire l’uso di un film con DRM su apparecchi diversi appartenenti allo stesso utente.
A far parte del consorzio ci sono i “soliti noti”: Warner Bros., NBC Universal, Sony Paramount e Fox, con le controparti tecnologiche di Intel, Microsoft e Cisco, alle quali si aggiunge anche BestBuy. Durante il CES si aggiungeranno anche Adobe, Cox Communications, Divx e soprattutto Netflix, l’unica azienda oltre ad Apple ad avere un business di vendita dei video negli USA che sia abbastanza ampio.
L’obiettivo del consorzio DECE è che ci siano apparecchi basati su questa specifica definita entro la prima fine del 2010 e quindi che arrivi ai consumatori entro il 2011. Una strategia che, tra le altre cose, ridimensiona fortemente le ambizioni di Sony e dei suoi partner nella riuscita definitiva di Blu-ray, che ha vinto la guerra contro il formato concorrente HD-DVD di Toshiba, ma adesso rischia di essere obliato dall’immateriale download a pagamento.