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CES 2018: come farsi rubare il tesoro più prezioso e pagare pure l’azienda che lo rivenderà

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Ogni anno torniamo dal CES di Las Vegas con un mix di sensazioni: da una parte l’entusiasmo per la qualità tecnica dei prodotti che aumenta di edizione in edizione: si pensi ai bellissimi schermi Microled di Samsung, agli OLED di LG, alla soundbar di Senheiser oppure ai tanti dispositivi che sono in grado di aiutarci nella vita di tutti i giorni, anche quando abbiamo difficoltà speciali come la cintura guida per non vedenti di una giovane startup italiana.

Ma Las Vegas è anche la “consumerizzazione” di qualsiasi oggetto, servizio e pure di qualsiasi esigenza. Si pensi alla necessità per molti di noi, di verificare una probabile allergia o intolleranza: normalmente vi fareste prescrivere dal dottore una serie di analisi da un qualsiasi laboratorio competente e in qualche giorno avrete la risposta alle vostre preoccupazioni.  Negli Stati Uniti questo è un sistema del passato: ci sono dei semplici kit da acquistare in farmacia come se fosse un pacchetto vacanze in scatola e inviando il vostro campione organico via mail avrete una risposta circostanziata basata sull’analisi del DNA.

La gamma delle analisi disponibile è vastissima e quella più richiesta negli USA non è tanto quella che riguarda una malattia o un’allergia o tolleranza più o meno grave bensì l’individuazione della propria discendenza: gli americani, si sa, sono un popolo composito e nessuno, a parte i discendenti diretti delle tribù indiane, può definirsi realmente nativo,: nel sangue di ciascuno ci sarà una traccia dell’immenso calderone razziale che sono gli USA, volenti o nolenti, fin dalla loro nascita. E così con la sicurezza di essere per 12,5% inglese, per il 12,5% coreano e per altre infinitesime altre percentuali un cittadino del mondo, l’americano dorme sonni più tranquilli o può entrare nell’argomento di conversazione più in voga.

Test DNA

Ma la cosa più straordinaria è che per questo servizio, per avere una risposta parziale e completa a quanto può rilevare il proprio DNA, il cittadino americano (e presto tanti altri se saremo rapidi come sempre a seguire le mode) sia disposto a pagare! Ora il nostro lettore si chiederà: certo che deve pagare, si tratta di un servizio utile e alla fine pure costoso: l’analisi del DNA non si riesce ad ottenere con due lire…

Facciamo un passo indietro: cos’è secondo voi il bene più prezioso del mercato odierno: oro, litio, un qualunque metallo raro? Il bene più prezioso sono oggi i dati. I dati sono quelli che alimentano il mercato, lo orientano e permettono di gestire produzioni e servizi, di migliorare quelli esistenti e di crearne di nuovi, i dati servono a conoscere e orientare il pubblico.

Le grandi aziende come Google basano tutto il loro business sulla raccolta e la gestione dei dati e grazie ai loro servizi sono in grado di conoscere ogni aspetto del vostro comportamento: i siti che visitate, i beni che volete acquistare, la pubblicità che vi piace di più e ora, grazie a Google Assistant, anche tutte le domande che fate o le abitudini che avete nell’ambito della vostra casa.

Se le compagnie come Google, Amazon e in parte Apple con Siri useranno sempre di più gli assistenti vocali per completare i vostri profili comportamentali, i vostri spostamenti, persino i vostri desideri e in qualche modo pure i vostri sogni, rimane solo un dato da esplorare, un dato che difficilmente può passare attraverso una ricerca sul web o a un assistente vocale: la vostra identità profonda che sta scritta nel vostro DNA con la storia dei vostri antenati, le malattie cui siete predisposti e che neppure voi conoscete, i comportamenti che potreste avere in futuro in relazione alla storia delle vostre patologie, la durata più o meno presunta della vostra vita.

Quanto può valere questo dato? Quanto può valere la conoscenza profonda del vostro DNA messa in mano non a un singolo laboratorio per un singolo parziale esame ma a una società privata che si occupa in maniera sistematica di raccogliere i dati della vostra più intima essenza?

Difficile credere che i dati raccolti non finiscano in mano, magari dopo qualche passaggio di proprietà, ad altre società con meno scrupoli, ma già oggi state cedendo, pagando pure il servizio, il vostro DNA a un estraneo.

In pratica state custodendo un tesoro per le società di genetica e per avere una piccola informazione parziale date in cambio il vostro intero patrimonio e pagate pure qualche decina o centinaia di dollari.

Non possiamo con certezza giudicare la serietà dell’azienda che raccoglie questi dati e fornisce questi servizi ma un fatto specifico ci ha installato il tarlo della preoccupazione di cui riferivamo all’inizio; allo stand dell’azienda c’era una particolarissima promozione: chiunque poteva fare un prelievo proprio lì allo stand e avere un test del DNA in regalo. Ovviamente c’erano decine di persone entusiaste dell’omaggio, pronte a raccogliere campioni organici e infilarli nell’opportuna busta. Peccato che non si rendessero conto che il regalo lo stavano facendo loro stessi all’azienda cui cedevano il grandissimo tesoro dei propri dati personali.

P.S. Leggiamo da varie fonti di stampa che la società IMAG3N in questione non ha l’autorizzazione federale in diversi stati per effettuare i test genetici che vende e non è stata autorizzata in passato a “regalare” i suoi test in caso di riunioni pubbliche; ma in fondo cosa conta? La curiosità e l’idea di avere un bel regalo valgono più di qualsiasi precauzione.

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