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Cerabyte, 10.000 TB di dati nel palmo di una mano

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Una società che si chiama Cerabyte ha rivelato il prototipo di un particolare sistema di archiviazione dati che promette di poter conservare fino a 10.000 TB in sicurezza in una cartuccia compatta, che sta sul palmo di una mano.

La cartuccia, basata su materiale ceramico e vetro, secondo gli ideatori di questo sistema può durare fino a 5000 anni, permettendo di memorizzare dati che devono essere conservati a lungo.

Il prototipo presentato sfrutta milioni di minuscoli raggi laser per incidere pattern nano-scalari (che ricordano un po’ i codici QR) sulla superficie ceramica. Per la lettura dei nano layer ceramici si sfrutta un microscopio elettronico con, per leggere i motivi incisi sulla superficie, ricostruendo i dati, uno strato alla volta.

I dati possono essere scritti von velocità di GBps su aree che offrono TB per centimetro quadrato, decisamente superiori agli 0.02TB per centimetro quadrato offerte attualmente dagli HDD.

Oltre alla migliore densità di archiviazione rispetto agli HDD, la tecnologia in questione vanta minore consumo energetico. Ulteriore vantaggio è la durabilità: contrariamente a quanto accade con tradizionali dischi rigidi e unità SSD, non sono richieste sostituzioni periodiche.

Cerabryte, 10.000 TB di dati nel palmo di una mano

“La tecnologia magnetica ha una vita media limitata”, aveva spiegato a ottobre Ant Rowstron, ingegnere emerito di Project Silica. “Bisogna continuare a fare copie su media di nuova generazione. Un disco rigido potrebbe durare cinque anni; un nastro magnetico, se siete coraggiosi, arriva a 10 anni; ma verso il fine vita, bisogna ricopiare tutto da qualche parte, e questo, francamente è complicato e tremendamente insostenibile se pensate a tutta l’energia e le risorse necessarie”.

I nanolayer ceramici supportano temperature tra –273°C a 300°C, persino radiazioni, ambienti corrosivi o con acidità nell’atmosfera.

Per quanto riguarda i prezzi, la startup in una recente presentazione ha riferito di prevedere entro il 2030 costi inferiori ad un dollaro per terabyte.

Queste cartucce potrebbero essere impiegate in data center; nella dimostrazione si vede un datacenter con una unità di lettura/scrittura e scaffali robotizzati dai quali è possibile recuperare le cartucce che alloggiano il supporto dati in vetro e ceramica.

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