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Il CEO 86enne di TSMC, cuore di iPhone: “La Cina avanza nel settore dei chip”

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Il sito Nikkei Asian Review parla di Morris Chang, CEO di TSMC, sulla via del ritiro a 86 anni. Per la prima volta dal 1987, la fonderia da lui creata sarà quanto prima guidata da altre persone. Si tratta di un’eredità non semplice: i nuovi amministratori dovranno dimostrare di essere degni successore dell’uomo che ha portato questa azienda ad altissimi livelli, in un settore complicato e complesso come quello dei processori.

Chang dice che la sfida più grande che l’azienda si troverà ad affrontare dopo il suo pensionamento arriverà dalla concorrenza e non dalle condizioni di mercato, giacché il business dei chip sarà ancora essenziale, essendo questi il “cervello” alla base di vari dispositivi elettronici.

La Cina sta da tempo aggressivamente cercando di costruire sue tecnologie per chip con ampi finanziamenti da parte del governo ma a detta del saggio manager è improbabile che riesca a raggiungere le vette di TSMC e altri leader di mercato, almeno a breve termine.

Morris Chang, Presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing. Foto: Shinya Sawai
Morris Chang, Presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing. Foto: Shinya Sawai

“Potrebbero essere necessari molti anni prima che la Cina ottenga buoni risultati nel settore dei semiconduttori” ha spiegato Chang. “Sostanziosi investimenti in mezzi o in ricerca e sviluppo non significa che la Cina sia in grado di produrre velocemente tecnologie per i chip”. E ancora: “Non è possibile fare affidamento solo su ingenti investimenti per stare al passo con le tecnologie più avanzate e ottenere riduzione dei costi”. “È fondamentale l’esperienza”, ha continuato Chang, spiegando che i leader nel settore delle CPU in Corea del Sud, Taiwan e Stati Uniti hanno acquisito notevoli competenze che non renderanno facile per la Cina “riuscire a stare al passo”.

Con l’obiettivo di arrivare all’autosufficienza per il suo mercato interno, Pechino ha deciso di iniettare fino a 180.4 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni e realizzare un settore semiconduttori dedicato al mercato domestico. In questo settore la Cina al momento non può fare a meno del know-how di fornitori stranierie allo scopo TSMC sta costruendo una struttura dedicata alla produzione di chip a 16 nanometri a Nanchino, un importante capoluogo della provincia dello Jiangsu.

Se Chang non sembra avere troppa paura di cosa sarà in grado di realizzare in futuro la Cina, è più cauto per quanto riguarda i sud coreani di Samsung Electronics quando si parla di nodi a 7nm, considerati “lo stato dell’arte” prossimo venturo. “Non possiamo essere sicuri di essere sempre in testa” dice Chang. “Facciamo del nostro meglio. Lavoriamo duramente. E pensiamo alle cose più difficili”.

Quest’anno TSMC produce con tecnologie a 10-nm il SoC che si trova negli iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X. TSMC e Samsung da tempo si contendono gli ordini di clienti quali Apple e Qualcomm. I big del settore smartphone e tablet scelgono l’una o l’altra fonderia in base ai progressi dimostrati nei processi costruttivi.

TSMC vanta circa 450 clienti; non solo Apple (il cliente più importante) ma anche nomi quali Qualcomm, Nvidia, Broadcom, MediaTek, HiSilicon Technologies (Huawei) e NXP che controllano il 56% del mercato delle fonderie mondiali.

Samsung al momento controlla meno del 10% del mercato delle fonderie mondiali e mira ad arrivare al 25% entro cinque anni. Difficile riuscirà a capire chi, tra Samsung e TSMC, riuscirà ad accaparrarsi il futuro mercato dei nodi a 7nm. Mark Li, analista di Sanford C. Bernstein con sede a Hong Kong, spiega che tutte e due le aziende cominceranno a sfruttare avanzati processi litografici a ultravioletti per creare chip con tecnologie a 7nm a fine 2018 o nel 2019 e che tutte e due hanno le stesse possibilità di vittoria.

Tra i motivi del successo di TSMC, il suo fondatore cita i suoi clienti: partner sempre ideali nel corso del tempo, cominciando da Nvidia nel settore dei chip grafici, e ovviamente Apple e Qualcomm nel settore dei chip per dispositivi mobili.

Gli analisti non nascondono che sarà difficile capire cosa accadrà a un certo punto, dopo il futuro arrivo di tecnologie a 3 nanometri. Le dimensioni e la struttura dei transistor sono fondamentali per offrire i vantaggi della Legge di Moore agli utenti finali (la densità dei transistor dei semiconduttori raddoppia approssimativamente ogni due anni, incrementando funzionalità , prestazioni riducendo contemporaneamente i costi). Quanto più piccolo ed energeticamente efficiente è il transistor, tanto meglio è. Per anni è stato possibile continuare a perseguire costantemente la Legge di Moore ma Chang aveva già altre volte affermato che ormai l’enunciato secondo il quale il numero di transistori nei processori raddoppi ogni due anni, non è più valido, spiegando che serviranno generazioni di tre o quattro anni l’una per andare oltre i 3 nanometri.

TSMC sta intanto costruendo una struttura che consentirà di creare chip a 5nm e in futuro anche 3nm a Tainan (sud di Taiwan). Per dirigere l’azienda è stato scelto il co-amministratore delegato C.C. Wei; un secondo co-amministratore, Mark Liu, avrà la responsabilità della presidenza e fungerà da “sentinella” nelle decisioni importanti.

I due manager in questione sono stati scelti in virtù della loro grande esperienza. “È un lavoro complesso negoziare prezzi, capacità di produzione ed esprimere giudizi su quali clienti consentiranno di ottenere i migliori risultati e maggiori ordini” spiega Chang. L’anziano manager è sempre stato abilissimo nello scegliere i clienti, capacità riconosciuta da vari analisti. Si dice che alcuni candidati alla poltrona avrebbero rinunciato ai posti di comando, spaventati al solo pensiero del confronto con Morris Chang.

“Sarebbe difficile per chiunque occupare il posto di un leader così carismatico e visionario” ha spiegato un dirigente di azienda che conosce il CEO; “ci chiediamo se il successore di Chang sarà davvero in grado di continuare a mantenere i rapporti con gli attuali clienti e trovarne di nuovi”. Per i prossimi due/tre anni gli analisti non prevedono ad ogni modo radicali cambiamenti per TSMC; i cambiamenti, se ci saranno, porteranno a una transizione graduale, dettata dal mercato e dalle future capacità produttive dell’azienda.

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