Per il CEO di Qualcomm la diatriba legale con Apple si riduce a una questione di prezzi per le proprietà intellettuali: controversie di questo tipo emergono periodicamente ma il dirigente si dichiara ottimista, convinto che anche con Cupertino verrà trovato un accordo, suggerendo che potrebbe avvenire al di fuori delle aule del tribunale.
Intervistato nel corso dell’evento D.Live del Wall Street Journal, il CEO di Qualcomm Steve Mollenkopf ha rilasciato alcuni commenti in merito alla questione che vede l’azienda da lui guidata contrapposta ad Apple. La multinazionale di Cupertino ha citato in giudizio Qualcomm negli Stati Uniti e in Cina, e Qualcomm ha risposto con una causa in Cina che mira al blocco della produzione e vendita degli iPhone.
Steve Mollenkopf, come riporta FastCompany, afferma che tutto si riduce ai negoziati in merito ad alcune commissioni che Apple paga, un problema che, come ha già spiegato in passato, è a suo dire possibile risolvere. «Alla fine – spiega Mollenkopf – La cosa importante da ricordare è che si tratta fondamentalmente di una discussione in merito ai prezzi per tecnologie fondamentali che rendono il telefono un telefono». E ancora «In ultima analisi si riduce tutto a: “Quanto siete disposti a pagare?” e Qualcomm ha un lungo passato nell’offrire valori e comporre le controversie».
Secondo il CEO di Qualcomm la disputa con Apple non è il vaticinio di una nuova epoca nella quali i produttori i dispositivi non sono disposti a pagare diritti di licenza a Qualcomm (recentemente anche Huawei ha puntato i piedi contro il produttore di chip-modem). A suo dire è «Più un’anomalia che altro». Il dirigente si dichiara comunque fiducioso e ritiene che la controversia tra Apple e Qualcomm sarà risolta «Penso che lo supereremo, abbiamo un rapporto di prodotto molto forte con [Apple, ndr). A volte ci sono controversie, ma esiste una ampia collaborazione», suggerendo che la risoluzione potrebbe avvenire tramite un accordo con Cupertino fuori dalle aule di tribunale.
Apple contesta a Qualcomm l’imposizione di costi elevati e fuori mercato per l’utilizzo di alcune tecnologie e brevetti facendo leva sulla sua posizione monopolistica. Apple, lo ricordiamo, ha pagato per anni le licenze per sfruttare proprietà intellettuali di Qualcomm usate in abbinamento ai chip modem di iPhone e iPad. A partire dall’iPhone 7 ha cominciato a usare anche un diverso fornitore (Intel, strategia che prosegue anche con iPhone 8 e iPhone X. «Dopo anni di disaccordo sul livello adeguato di royalty, non ci è rimasta altra scelta che rivolgerci al tribunale» aveva dichiarato un portavoce di Apple a gennaio di quest’anno evidenziando che Qualcomm aveva adottato «Tattiche di esclusione e di royalty eccessive» per cercare di mantenere la sua posizione.
Qualcomm per il suo comportamento è stata più volte oggetto di indagini in varie parti del mondo, inclusa una causa avviata dalla Federal Trade Commission, l’antitrust americana, che ha puntato il dito contro il produttore di chip-modem, accusato di costringere i produttori di smartphone a pagare royalty più alte del dovuto. In alcuni paesi le autorità antitrust hanno stabilito che le pratiche commerciali di Qualcomm sono anticoncorrenziali, colpendo il costruttore con multe salate nell’ordine di diverse centinaia di migliaia di dollari.