Steve Mollenkopf, CEO di Qualcomm, intervistato da Fortune ha lasciato intravedere uno spiraglio sulla querelle che vede la sua azienda contrapposta con Apple spiegando che al nocciolo della questione vi sono: la determinazione dei prezzi delle proprietà intellettuali e obblighi contrattuali. L’amministratore delegato dell’azienda che produce chip-modem sembra a ogni modo ottimista e ritiene che la questione si risolverà con un accordo extragiudiziale.
“In sostanza si tratta più che altro dei costi delle proprietà intellettuali e di quanto pagare per tecnologie che essenzialmente Qualcomm e altri – ma in questo caso Qualcomm – producono per avere inventato l’industria che io ritengo sia diventata così dirompente e una forza importante nella nostra vita quotidiana” ha dichiarato Mollenkopf; “ma in realtà se riduci i termini all’essenziale abbiamo un contratto, persone che vogliono pagare meno secondo i termini contrattuali, e un sacco di manovre mondiali per cercare di risolvere la questione”.
Il contratto con Apple, ha spiegato ancora Mollenkopf, esiste “da anni” e “non è niente di nuovo” facendo capire che la Mela essenzialmente è alla ricerca di un modo per ottenere un prezzo migliore, che “queste cose si risolvono all’infuori dei tribunali” e che non vi è alcuna ragione perché anche adesso la faccenda si risolva in questo modo.
I problemi tra Apple e Qualcomm sono iniziati a gennaio di quest’anno: la casa di Cupertino ha presentato una causa da 1 miliardo di dollari accusando il produttore di chip di avere imposto acquirenti costi elevati e fuori mercato per l’utilizzo di alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica. La Mela ha chiesto e un miliardo di dollari in sconti che Qualcomm avrebbe promesso, negandoli successivamente come ritorsione per la collaborazione di Apple con le indagini dell’antitrust della Corea del Sud, che il mese prima aveva inflitto a Qualcomm una multa di circa 853 milioni di dollari per pratiche anticoncorrenziali.