La vulnerabilità nei processori Intel? La società ne era a conoscenza già da giugno grazie alla segnalazione di Google, ma gli utenti di tutto il mondo ne sono venuti a conoscenza soltanto pochi giorni fa. Fin qui nulla di strano: Intel potrebbe aver volutamente deciso di sfruttare a proprio vantaggio il periodo di “segretezza” per cercare di venirne a capo e preparare per tempo una soluzione che lasci scoperti i milioni di computer a rischio per il più breve tempo possibile, ma se in mezzo girano azioni che valgono milioni di dollari, allora qualcuno potrebbe cominciare a nutrire qualche sospetto.
Secondo quanto riporta Business Insider Brian Krzanich, CEO di Intel, avrebbe infatti venduto azioni per 24 milioni di dollari lo scorso 29 novembre, giust’appunto poco più di un mese prima che la vulnerabilità (ricordiamo che consente a un potenziale aggressore di rubare password e altri dati sensibili dell’utente) fosse svelata pubblicamente e a più di cinque mesi dalla piena conoscenza del problema da parte dell’azienda.
Intel afferma che la vendita delle azioni non è in alcun modo correlata alla vicenda dei giorni scorsi e che farebbe parte invece di un programma di disinvestimento programmato già da tempo. Quale che sia la verità, agli occhi dei consumatori la società viene in questo modo messa in cattiva luce, specialmente in considerazione del fatto che Krzanich parrebbe essere rimasto con appena 250.000 azioni Intel, cioè il minimo che da contratto sarebbe obbligato a possedere. La Securities and Exchange Commission non ha confermato né smentito l’eventuale avvio di indagini in merito alla vendita delle azioni, certo è che questo nuovo capitolo non aiuta Intel, già sotto pressione per la nota vulnerabilità.