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Ecco perché il CEO Huawei dice no alle rappresaglie cinesi contro Apple

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In Cina ormai da mesi molte persone protestano contro i marchi statunitensi e Apple in particolare, ritenendo il bando Huawei emesso dagli Stati Uniti ingiusto, infondato e introdotto esclusivamente per limitare il successo del colosso cinese avvantaggiando i concorrenti. Sono nate proteste sui social e non solo invitando i consumatori cinesi a boicottare i prodotti Apple e di altri costruttori USA fino a quando non cesserà la guerra commerciale tra Washington e Pechino.

Lo scontro tra Cina e USA si è intensificato dopo la decisione dell’amministrazione Trump di inserire il brand cinese in una ‘lista nera’, in nome della sicurezza nazionale (decisione al momento ‘sospesa’ per 90 giorni), obbligando diverse aziende americane, incluse Google, Qualcomm, Intel, Broadcom e altre amcora, a tagliare tutti i legami con il produttore cinese di smartphone e apparati di telefonia.

Per motivi di orgoglio nazionale, in Cina per molti utenti acquistare prodotti Apple è ora considerato “imbarazzante” e molte aziende locali stanno da tempo invitando gli utenti a boicottare in tutti i modi Apple.

In questo clima di tensione crescente, Ren Zhengei, fondatore e CEO di Huawei, punta in senso opposto, con una dichiarazione che sembra quasi voler calmare le acque, lodando la multinazionale di Cupertino.  Il top dirigente Huawei si spinge oltre, affermando che sarebbe il primo a protestare per eventuali azioni del governo cinese per un bando che mettesse in qualche modo in difficoltà Apple nel Paese.

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Intervistato da un corrispondente di Bloomberg TV dichiara che le rappresaglie non servono. «Prima di tutto, non succederà; e secondo, se dovesse succedere, sarò il primo a protestare. Apple è mio maestro ed è alla guida. Come studente, perché dovrei oppormi al mio maestro? Non lo farei mai».

Il CEO di Huawei ha anche lodato la Mela: «Apple è la società leader nel mondo» e ancora «Se non ci fosse stata Apple, non esisterebbe l’internet mobile. Se non ci fosse stata Apple a mostrarcelo, non avremmo visto la bellezza in questo mondo».

In una delle rarissime apparizioni di Ren Zhengei nei media fuori dalla Cina in anni, il dirigente si dichiara convinto che il bando statunitense non significherà la morte per Huawei. Su questo proposito è talmente sicuro al punto da avere fatto incidere su 20 mila medaglie la dicitura “Huawei is not dead” (Huawei non è morta).

Nel frattempo, in attesa dei colloqui tra le due superpotenze (forse in occasione del prossimo G20), Zhengfei attende le nuove mosse di Trump definito ad ogni modo “un grande Presidente”, anche se nelle ultime dichiarazioni non sono mancate frecciate contro i famosi tweet del Presidente che il manager ha definito «contraddittori».

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