Ormai molti osservatori credono che il nuovo iPhone altro non sarà che un modello “s” che starà al vecchio iPhone 4 come l’iPhone 3GS stava al 3G. Quindi nessuna, o quasi, novità estetica e diverse novità interne per aumentare le prestazioni; sarebbe invece il prossimo iPhone il vero iPhone 5. La strategia “tick tock” (con i tick che sta per una lieve variazione e il tock che sta per un redesign) che Apple segue da qualche tempo nel campo della telefonia cellulare e dei dispositivi mobili in genere, non viene però ritenuta attendibile da alcuni produttori di custodie che, come noto, hanno scommesso su un telefono molto diverso da quello attuale. Profilo a goccia, display più ampio e schermo maggiorato sono una scommessa che anche oggi, nel senso di martedì 4 ottobre, giorno dell’annuncio del nuovo telefono, qualcuno è ancora disposto a lanciare come dimostrano alcune custodie che abbiamo visto tra gli stand del Ceatec Japan.
Presso uno degli spazi espositivi della fiera di Chiba alcuni nostri inviati hanno notato in una vetrina le “famigerate” custodie che hanno spinto ad ipotizzare che il nuovo iPhone sarà un prodotto ridisegnato. Nel caso specifico a metterle in esposizione è Air’s Japan, una società specializzata in accessori per il mondo della mobilità. Un rappresentante dello stand, che parlava uno stentatissimo inglese, non è stato in grado di dirci come la società sia venuta in possesso delle specifiche del nuovo telefono di Apple, ma ha confermato che la produzione in serie di custodie per il presunto iPhone 5 è iniziata da alcune settimane e che ne sono previsti molti modelli, differenti materiali. Alla domanda: «siete dunque fiduciosi che questo sarà il nuovo iPhone 5» la risposta è stata risoluta: «ne siamo certi tanto da avere investito una buona quantità di denaro su questo design».
La “certezza” di Air’s Japan sarà messa alla prova tra alcune ore, ma se qualcuno nella società giapponese ha sbagliato contatto in cui avere fiducia di certezza ne resteranno solo un paio: soldi sprecati e la necessità di trovare qualche nuovo prodotto da collocare in una vetrina diventata obsoleta neppure 24 ore dall’apertura dello stand. Davvero ironico per un società invitata ad una fiera che punta su realtà che scommettono sull’innovazione e su prodotti futuribili.