Non tutti i cavi USB-C sono uguali. Lo spiega Apple in una pagina di supporto attualmente aggiornata soltanto nel sito USA (per completezza, qui trovate la versione italiana, non ancora però aggiornata con le specifiche sui cavi) dove, a diversa sigla, corrisponderebbe un diverso cavo USB-C.
Si tratta del terzo cavo USB-C rilasciato dalla società, in quanto la versione precedente, nata per i MacBook 12 pollici, non sarebbe abbastanza potente per ricaricare i nuovi Pro. Nello specifico, la versione precedente è limitata a 3A, mentre il cavo di terza generazione supporta fino a 5A.
Il cavo, seppur apparentemente identici visivamente, si riconoscono innanzitutto dalla sigla stampata lungo la guaina. Se – spiega Apple – i primi tre caratteri nel numero di serie sono C4M o FL4, allora quel cavo deve essere utilizzato con l’adattatore da 29W (quello del MacBook 12, per intenderci).
Se, invece, le prime tre lettere nel numero di serie sono DLC o CTC, allora quella è la nuova versione, compatibile con gli alimentatori da 61W e 87W dei nuovi MacBook Pro.
Nessuna delle due? Apple sostituisce
Da notare che chi invece ha semplicemente la dicitura “Progettato da Apple in California. Assemblato in Cina” senza alcun numero di serie, può fare richiesta di sostituzione attraverso il programma di Apple (qui la pagina di supporto italiana).
Come notato da MacGeneration, ci sarebbe anche differenza nella piedinatura delle spine, con 3 pin per il cavo di seconda generazione e 2 pin per l’ultima versione.
Cavo sbagliato? Ecco cosa cambia
Come confermato dall’ingegnere che ha notato l’aggiornamento riguardo il cavo USB-C di Apple, non ci sono problemi nell’usare il nuovo cavo DLC/CTC con l’alimentatore da 29W con i MacBook 12, mentre si può incorrere in problemi di ricarica (che potrebbe non avviarsi del tutto) usando il vecchio cavo C4M/FL4 con gli alimentatori da 61W e 87W.
Apple ovviamente include nella confezione il giusto cavo USB-C per ciascun computer, quindi in tal senso il problema non si pone. Bisognerà fare attenzione invece in futuro, quando nel cassetto della scrivania cominceranno ad abbondare i cavi USB-C, inclusi quelli di terze parti già disponibili in commercio, che dovranno adeguarsi per supportare le nuove specifiche.