È molto probabile che il connettore Lighting abbia al suo interno un processore usato con funzioni di sicurezza. Questa la prima, anche se ancora parziale, conferma che in effetti la nuova tecnologia introdotta da Apple con iPhone 5, supporta un qualche forma di autenticazione e di protezione; a farne menzione è un’autorevole fonte, Chipworks, che si occupa dell’argomento dopo un esame “specialistico” del connettore.
Chipworks analizzando la parte ha verificato la presenza di 4 chip; due sono componenti molto semplici, uno è un chip di NXP, il NX20P3, ancora non classificato ma che potrebbe avere funzionalità per la carica del dispositivo, uno, infine, è prodotto da Texas Instruments. Anche quest’ultimo marchiato con la sigla BQ2025 è sconosciuto e non presente in nessun catalogo dell’azienda americana, ma sul mercato ci sono altri quattro chip con una sigla del tutto simile: BQ2022, BQ2023, BQ2024 e BQ2026. Si tratta di processori che vengono usati per misurare il livello della batteria e che hanno basilari funzioni di autenticazione e sicurezza al loro interno, per questo, dice Chipworks, è molto probabile che anche nel processore usato da Lightining ci siano funzioni similari.
Conferme su, se non altro, la possibilità che questo sia lo scopo del BQ2025, arriva da un esame al microscopio del chip. Contiene, ad esempio, una Eprom con 64 o 128 bit di archiviazione, transistor, circuiteria analogica e una certa quantità di capacità elettrica «tutto questo è certamente coerente – dice Chipworks – con un chip di comunicazione seriale che include alcune semplici funzioni di sicurezza»
Chipworks sottolinea che se il cavo davvero avesse delle funzioni sicurezza, si tratterebbe del primo prodotto di questo tipo in commercio o almeno, aggiungiamo noi, il primo cavo per connettere un dispositivo mobile con queste funzioni visto che in realtà in commercio ci sono altri prodotti che possono avere funzioni di autenticazione come, ad esempio, il cavo HDMI. Ma quello che è più interessante è che il livello di sicurezza del cavo Lightning è sicuramente ridotto, nulla a che fare ad esempio con il sistema usato dai produttori di cartucce per stampanti, ad esempio, che hanno sistemi molto più sofisticati.
«Apple – dice Chipworks – ha scelto un approccio sottotono anche per ridurre i costi e per la consapevolezza che al momento la pirateria nel settore non è un problema grave visto che i suoi clienti preferiscono scegliere prodotti nei suoi negozi o comunque acquistare prodotti di marchi conosciuti. Ma se per oggi la sicurezza che offre il cavo Lightining è sufficiente per le esigenze del mercato e non esasperata (e in effetti sembra che già in Asia ci sia chi ha craccato il chip), in futuro Apple potrebbe decidere di introdurre sistemi di sicurezza di più elevato livello se il mercato lo richiedesse». Insomma, in futuro Apple potrebbe aumentare il sistema di tutela, rendendo sempre più difficile produrre cavi e accessori compatibili con iPhone, iPad e iPod touch, senza autorizzazione. Che questo poi possa servire a fermare chi ha intenzione di entrare nell’ecosistema dei prodotti Apple senza pagare dazio (ovvero le royalties) ad Apple, è tutto da vedere e dipenderà dalla convenienza, quindi dai volumi, che si sarà in grado di generare vendendo accessori compatibili. L’esempio di chi si occupa di stampanti che produce un enorme sforzo per impedire la clonazione di cartucce di inchiostro, è un buon esempio: il mercato è floridissimo, nonostante chip molto sofisticati.