Qualcomm ha chiesto 31 milioni di dollari nella causa per brevetti in corso a San Diego. La cifra è stimata tenendo conto degli iPhone venduti tra luglio 2017 e lo scorso autunno, con una commissione di 1,40$ per ogni dispositivo che avrebbe violato i brevetti del produttore di San Diego. Il dato in questione è quello riferito a CNET da Patrick Kennedy, economista e amministratore delegato di Torrey Partners, chiamato a deporre da Qualcomm come consulente tecnico.
La causa in corso è solo l’ultima di una serie che vede contrapposte le due aziende e oggetto del contendere a San Diego sono alcuni brevetti che, secondo Qualcomm, Apple avrebbe usato senza permesso su alcuni iPhone.
Uno dei brevetti consente allo smartphone di collegarsi velocemente a internet all’accensione del dispositivo; un diverso brevetto riguarda routine di elaborazione grafica che salvaguardano la durata batteria. Il terzo brevetto consente alle app sul telefono di scaricare dati più facilmente indirizzando il traffico tra processore di app e modem.
Nelle osservazioni introduttive nel corso di un procedimento che vede contrapposte Apple e Qualcomm, la Mela ha già affermato che uno dei bevetti contestati da Qualcomm si basa su un’idea propria.
31 milioni di dollari sono un’inezia per Apple ma una vittoria di Qualcomm consentirebbe a quest’ultima di migliore la sua reputazione di azienda innovatrice nel settore mobile e rendere credibile la visione che diffonde da tempo secondo la quale molte delle innovazioni viste su iPhone siano merito suo.
I brevetti contestati sono in realtà solo una scusa per affrontare un problema più grande. Le due aziende sono da tempo ai ferri corti su questioni concernenti licenze, royalty, brevetti su tecnologie cellulari chiave, pratiche commerciali scorrette e altri aspetti controversi con azioni che vedono i legali delle due aziende impegnati in tribunali, con gli organismi di regolamentazione governativi che in varie parti del mondo si occupano della concorrenza.
La vicenda da cui tutto deriva è nota: una causa da 1 miliardo di dollari basata sul fatto che Cupertino accusa il produttore di chip-modem di avere imposto prezzi irragionevolmente elevati e fuori mercato per sfruttare alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica. Apple da una parte, sostengono i legali della Mela, pagava Qualcomm per le componenti e i brevetti, e a sua volta Qualcomm pretendeva gli stessi pagamenti dai partner che forniscono ad Apple componenti.
A novembre dello scorao anno è emerso che Qualcomm avrebbe provato a screditare Apple con campagne giornalistiche negative; per farlo avrebbe ingaggiato la stessa società di “squali” impiegata da Facebook per prendere di mira sia Apple che Google.
In Europa e più precisamente in Germania la guerra legale Apple contro Qualcomm è scoppiata con una prima vittoria del colosso dei chip modem, ma la situazione è completamente diversa in USA dove altri brevetti contestati da Qualcomm ad Apple sono caduti uno a uno.