La madre di tutte le cause antitrust contro Apple si farà. Il Dipartimento di Giustizia USA è oramai pronto a trascinare in tribunale Cupertino per un processo che potrebbe cambiare il futuro della tecnologia similmente a quanto accaduto moltissimi anni fa con la causa contro Microsoft.
L’azione legale, di cui per la prima volta si era parlato quache mese fa, viene confermata dal sito americano Bloomberg che conferma anche le ragioni: il DOJ sospetta che Apple ha bloccato con azioni che derivano dalla sua dominanza sul mercato, le aziende rivali impedendo loro l’accesso ad hardware e funzionalità software dell’iPhone.
I documenti che daranno il via alla causa, ormai prossimi al deposito in un tribunale federale, dovranno dimostrare che Apple ha approfittato del suo peso in un settore dove ha una sorta di monopolio per diminuire la concorrenza o svuotarne le potenzialità danneggiando lo sviluppo del mercato.
Segnali in questo senso sono stati numerosi. Negli ultimi anni rappresentanti di Apple hanno incontrato il Dipartimento di Giustizia per vari motivi, incluse pratiche che riguardano iMessage e annunci pubblicitari. Tra le cose che potrebbero essere contestate a Apple: il blocco di iMessage a servizi concorrenti, l’impossibilità di offrire servizi tap-to-pay alternativi ad Apple Pay, la maggiore esposizione di app e servizi di Apple rispetto a quelli della concorrenza, restrizioni nell’uso di determinati servizi, ecc.
Se si vuole cercare un filo comune in tutto questo esso va ricercato in una filosofia che Apple coltiva da anni, quella dell’accennata integrazione tra software, hardware e servizi. Un fiore all’occhiello che agli albori del Mac (dove essa si limitava all’integrazione tra sistema operativo e hardware) era considerato il vero gioiello della corona, ma che ora la Mela sfrutterebbe, pensano i concorrenti, per proteggere il suo mercato e impedire una competizione ad armi pari.
Competitor di Apple quali Tile, Beeper, Basecamp, Meta e Spotify hanno puntato il dito contro pratiche di Apple, considerando alcune scelte messe in atto per mantenere una posizione dominante.
Con l’aggiornamento a iOS 17.4, Apple ha integrato cambiamenti per gli utenti dell’Unione Europea, novità per conformarsi con il Digital Markets Act (DMA), modifiche che prevedono nuove API (interfacce di programmazione), più metriche per analizzare le app, funzionalità per motori browser alternativi, e opzioni per l’elaborazione di pagamenti nelle app e la distribuzione di app per iOS. In Europa, Apple è stata recentemente sanzionata per 1,8 miliardi, accusata di avere violato le regole antitrust “limitando gli sviluppatori nell’informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple”.
Se la causa andrà a buon fine e il Dipartimento avrà ragione dai giudizi, si profilerebbe uno scenario con stravolgimenti epocali, simile a quello cui abbiamo accennato in apertura, con cui venne sciolto il vincolo che Microsoft aveva cercato di stabilire tra lo sviluppo di Internet e Windows, dando un corso del tutto differente all’universo della rete e della tecnologia nella sua interezza.