Il database Cassandra è sempre più “gettonato” da Apple. Lo rivela Matt Asay, ex dirigente di MongoDB, un DBMS non relazionale di tipo NoSQL (un movimento che promuove sistemi software dove la persistenza dei dati è caratterizzata dal fatto di non utilizzare il modello relazionale solitamente usato dai database tradizionali)
Asay spiega come questo approccio sia ampiamente sfruttato da Apple evidenziando vari annunci per la ricerca di personale dove sono espressamente richieste competenze con DBMS e strumenti di tipo NoSQL: non solo MongoDB, ma anche Couchbase, Hbase e Cassandra. Cassandra in particolare, un database management system non relazionale nato in Facebook e ottimizzato per la gestione di grandi quantità di dati, sembra sempre più un riferimento per Apple, con annunci per la ricerca di personale con competenze specifiche raddoppiati rispetto allo scorso anno.
Apple lo scorso anno aveva oltre 75.000 nodi Cassandra sui quali erano memorizzati più di 10 petabyte di dati; almeno uno dei cluster comprendeva oltre 1000 nodi con i quali Apple gestisce regolarmente milioni di operazioni (letture/scritture) al secondo.
Mark Callaghan (guru dei database sfruttati da Facebook) ritiene che Apple sfrutti Cassandra per iMessage, un progetto ad ogni modo enorme ma non insolito per grandi aziende che hanno bisogno di uptime estremi (la disponibilità effettiva di un sistema informatico). Tra i vantaggi di Cassandra, la continua disponibilità, le performance scalabili, la semplicità operativa, la possibilità di distribuire i dati su più data center e zone di disponibilità del cloud. Restando al NoSQL ricordiamo che Apple a marzo di quest’anno ha comprato anche FoundationDB, società specializzata in una piattaforma per database tra le migliori del mercato per velocità e bassi costi di gestione.
