Una vittoria e non una sconfitta, un buon risultato per tutti i giornalisti on line che possono guardare al futuro con maggior fiducia, sicuri che è stato stabilito un precedente utile alla causa della libertà di parola. A descrivere in questo modo la conclusione della vicenda che opponeva Think Secret ed Apple e che, come riportato ieri, è terminata con la cessazione delle pubblicazioni del sito, è l’avvocato di Nick Ciarelli, autore della pagina web dedicata alle indiscrezioni e querelata da Cupertino per avere rivelato dettagli sul lancio del Mac mini (e di iWork) in anticipo sulla sua effettiva introduzione sul mercato.
‘A prevalere – dice Terry Gross di Gross & Belsky, un qualificato studio legale di San Francisco che difendeva Think Secret – è stato il primo emendamento. Apple ha fatto un passo indietro nel momento in cui ha ritenuto di avere forti probabilità di perdere la causa e di essere successivamente costretta a pagare un sacco di soldi’. Secondo Gross l’evidenza della sconfitta di Apple è nel fatto che la Mela non ha ottenuto l’unica cosa a cui i vertici tenevano, ovvero lo svelamento della fonte che aveva fornito a Ciarelli una così rilevante quantità di dettagli sui prodotti che Jobs avrebbe poi introdotto nel gennaio del 2005.
‘Apple – spiega l’avvocato ad alcuni media americani – ha smesso di perseguire attivamente la causa poco dopo la presentazione di una controquerela. Da quel momento in avanti non è successo più niente, se non il fatto che Nick ha continuato a scrivere articoli ed Apple ha smesso di mandare lettere in cui lo invitava a ritirare i suoi articoli. Questa causa dimostra che azioni come quella di Apple possono essere bloccate sul nascere’
Gross sostiene che la decisione di sospendere le pubblicazioni, pur parte dell’accordo, lascia comunque soddisfatto Ciarelli in quanto il giovane studente di Hardvard, che curava Think Secret da quando aveva 13 anni, ha deciso di passare oltre e perseguire interessi diversi. In effetti nel corso dell’ultimo anno Ciarelli aveva rallentato moltissimo la pubblicazione di notizia evitando, per altro, anche le pure indiscrezioni. Che questo sia accaduto per la causa pendente o per il fatto che l’autore della pagina ormai pensava ad altro, non è facile da dire.
Think Secret era coinvolto, assieme ad altri siti, anche nel caso Asteroid. In quella occasione Apple si era rivolta ad un tribunale per far sì che venisse svelata la fonte che aveva portato alla luce un (presunto) dispositivo per la connessione di strumenti musicali al Mac. Una corte californiana aveva però negato l’autorizzazione a perseguire gli Internet provider e Apple aveva rinunciato a proporre appello alla sentenza negativa, chiudendo di fatto la vicenda.