Apple si arrende e decide di chiudere definitivamente il caso “Asteroid”. La vicenda, che aveva preso le mosse da una presunta indiscrezione su un’interfaccia analogica per Garageband e in conseguenza della quale Cupertino aveva querelato alcuni siti americani, ha avuto la sua fine formale all’inizio di questo mese, quando un giudice di Santa Clara ha ordinato ad Apple di pagare i costi legali connessi alla vicenda e nel contempo i legali di Cupertino hanno rinunciato a presentare ricorso.
Il caso, complesso ed intricato e ricco di risvolti per alcuni versi ancora tutti da chiarire, era scoppiato a fine 2004 quando alcuni siti, tra cui AppleInsider e PowerPage, pubblicarono qualche dettaglio di un sistema, nome in codice Asteroid appunto, per la connessione di strumenti musicali al Mac. Nonostante Asteroid non venne mai rilasciato, Apple decise di portare in tribunale i siti chiedendo che un giudice li obbligasse a rivelare la loro fonte. La richiesta di Apple suscitò grande clamore perché vista come una infrazione alla liberà di stampa e alla protezione offerta dal primo emendamento e soprattutto perché creava una disparità tra siti Internet e testate giornalistiche tradizionali alle quali si continuava a riconoscere il diritto alla segretezza delle fonti. A sostegno dei siti si coalizzò immediatamente un’alleanza capeggiata da associazioni per i diritti civili nell’era digitale. Contestualmente alcuni siti ipotizzarono addirittura che tutto il caso fosse stato suscitato da Apple diffondendo ad arte informazioni su un prodotto che non avrebbe mai avuto intenzione di rilasciare solo per terrorizzare i siti dediti alle indiscrezioni e far loro sapere che non avrebbe esitto a metterli in difficoltà con una causa legale. Dopo alcune schermaglie durante le quali Apple riuscì anche ad ottenere una prima vittoria vedendo sancite le su ragioni, fu subito chiaro che Cupertino non avrebbe avuto alcuna possibilità di vedere accolta in via definitiva la sua richiesta tanto è vero che la scorsa primavera le pretese dei legali di Cupertino vennero respinte.
Ora, a distanza di circa 8 mesi c’è la chiusura formale del caso con la condanna inflitta da parte della corte ad Apple che sarà obbligata a pagare a titolo di risarcimento 700mila dollari di cui 425mila finiscono alla Electronic Frontier Foundation, che ha dato il suo supporto agli autori dei siti e i restanti ai legali che hanno seguito il caso. “Abbiamo istruito questo caso * ha detto Kurt Opsahl della EFF * nel pubblico interesse e abbiamo ottenuto il riconoscimento della protezione dei diritti costituzionali e il diritto dei lettori che beneficiano del lavoro dei giornalisti”.
Ricordiamo che al momento resta ancora aperto il caso istruito contro Thinksecret. In questa vicenda Apple pretende un risarcimento danni per la pubblicazione di segreti industriali tra cui informazioni che anticiparono il lancio dei Mac mini.