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Caso di San Bernardino, Facebook e Twitter supportano Apple

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Sia Facebook che Twitter hanno preso posizione nella vicenda di San Bernardino che vede la società di Cupertino opporsi all’ordine governativo di indebolire la sicurezza dei dispositivi iOS, garantendo così all’FBI l’accesso all’iPhone del killer Syed Farook.

Per Twitter è stato il CEO Jack Dorsey ad esprimersi con un tweet ringraziando Tim Cook per la sua leadership ed aggiungendo che la sua società sta con Apple, condividendo nuovamente la lettera aperta pubblicata negli scorsi giorni.

Allo stesso modo anche Facebook ha annunciato il suo sostegno verso Apple in un comunicato pubblicato su USA Today, e nel quale si ricalca l’opinione di fondo di Apple, ribadendo il fatto che le richieste dell’FBI “creerebbero un precedente agghiacciante”.

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«Condanniamo il terrorismo e siamo totalmente solidali con le vittime dell’attentato. Coloro che cercano di lodare, promuovere o pianificare atti terroristici non hanno posto nei nostri servizi. Apprezziamo anche il lavoro difficile ed indispensabile delle forze dell’ordine per mantenere le persone al sicuro» si legge nella dichiarazione. «Quando riceviamo richieste legittime da queste autorità non possiamo far altro che obbedire. Tuttavia, continueremo a combattere in modo aggressivo contro le richieste di indebolimento della sicurezza dei nostri sistemi. Queste richieste potrebbero creare un precedente agghiacciante ed ostacolare tutti gli sforzi che le aziende concentrano nello sviluppo dei propri prodotti».

Riguardo il caso specifico, lo ricordiamo, l’FBI ha fatto tre specifiche richieste ad Apple: eliminare la funzione che inizializzerebbe l’iPhone dopo 10 tentativi non riusciti di inserimento del codice, eliminare il ritardo che intercorre tra un inserimento di codice errato ed un altro, implementare un sistema che permetta all’FBI di raggirare elettronicamente un codice di accesso utilizzando un software.

Sebbene l’FBI abbia garantito che la richiesta riguarda solo l’iPhone in questione, Apple e le altre società ritengono che adempire a quest’ultima richiesta creerebbe un precedente, richiedendo un intervento simile per future richieste di sblocco e, più in generale, un indebolimento della crittografia dei dispositivi elettronici, permettendo al governo di violare la privacy degli utenti intercettando messaggi, accedendo a dati finanziari, tracciando la posizione ed accedendo al microfono o alla fotocamera dei dispositivi all’insaputa degli utenti.

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