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Caso iBooks, per Eddy Cue nessun errore di Apple

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Eddy Cue, Senior Vice President Internet Software and Services di Apple, in un’intervista a Fortune parla della class action sugli iBooks, causa legale per la quale è chiamato a testimoniare il 15 dicembre. La multinazionale della Mela spera ancora di ribaltare le accuse del caso iBooks, negando di avere alzato in accordo con cinque editori il prezzo dei libri elettronici. Se Apple vincerà in appello, non dovrà nessuna penale; in caso contrario, il giudice Denise Cote ha già stabilito una penale pari a 450 milioni di dollari.

Come abbiamo già scritto altre volte Apple è stata giudicata colpevole di avere tramato con gli editori per alzare il prezzo degli ebook, operando per colpire la rivale Amazon con il modello “agenzia”, una modalità con la quale è l’editore a fissare il prezzo, impegnandosi ad applicarlo universalmente.

All’epoca i publisher erano per lo più legati ad Amazon, che ha spesso venduto libri in perdita al fine di sostenere il business Kindle. Tra gli editori che avevano accettato la proposta di Apple di cambiare il sistema e il modello all’ingrosso adottato da Amazon (è il rivenditore a fissare il prezzo), ricordiamo il gruppo Hachette, HarperCollins, Penguin, Simon & Schuster e Macmillan.
Steve Jobs nel 2010 presenta l'app iBooks per iPad e alcuni degli editori partner
Amazon vendeva gran parte dei libri elettronici sottocosto, spingendo le vendite dei Kindle (guadagnando dopo); semplificando, acquistava all’ingrosso i libri dagli editori a un certo prezzo, per poi rivenderli a un prezzo inferiore, evitando di superare i 9,99 dollari. Apple è stata accusata di avere fatto pressioni e convinto altri editori a seguire una diversa politica per i prezzi, con conseguente aumento dei prezzi per gli acquirenti.

A detta di Cue, Apple non ha commesso nessun errore. “Sentiamo di avere il diritto di combattere per la verità” ha dichiarato, spiegando che anche l’amministratore delegato Tim Cook, “avverte esattamente quello che sento io” e ritiene necessario “lottare per i propri princìpi”. Cue spiega a Fortune che anche prima delle negoziazioni con Apple, i publisher avevano apertamente dichiarato di voler alzare i prezzi, ritenendo che i volumi erano venduti a un prezzo troppo basso con il modello all’ingrosso. Cue spiega che in alcuni casi il prezzo dei libri è diminuito in virtù del lancio di iBooks, frutto di una maggiore concorrenza nel mercato e-book.

Cue è consapevole che altri prezzi sono aumentati ma questo era ciò che tutti i publisher volevano. Alla richiesta se con il senno di poi avrebbe compiuto alcune mosse diversamente, afferma che avrebbe agito allo stesso modo, dice solo che avrebbe preso meglio “degli appunti” afferma scherzando.
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