…pianga se stesso. Un antico proverbio che si sposa perfettamente con la risposta di Apple ad Epic Games, che ha portato il caso delle commissioni di App Store in tribunale. La società di Cupertino ha sostanzialmente chiesto al giudice di negare la richiesta di ingiunzione da parte di Epic Games in quanto la rimozione dell’app di Fortnite da App Store sarebbe la naturale conseguenza delle proprie azioni.
Sarà il tribunale a decidere se l’app può tornare su iPhone e iPad oppure no, ma potrebbero volerci degli anni. La questione, per chi ne venisse a conoscenza soltanto adesso, è in breve questa. Epic Games ha modificato l’app di Fortnite per iOS e iPadOS in modo tale da bypassare il sistema di acquisto interno dirottandoli sul proprio sistema di pagamenti, di fatto aggirando l’App Store ed evitando così di dover lasciare il 30% dei ricavi ad Apple. Una commissione che, secondo le linee guida del negozio digitale, sarebbe imposta a tutti gli sviluppatori, nessuno escluso.
Da qui è partita la battaglia legale dove da un lato c’è Apple che vuole far valere le proprie ragioni, appellandosi ad un regolamento universale del negozio, dall’altro Epic Games, spalleggiata anche da altri colossi come Spotify e Microsoft, le cui applicazioni passano anche per l’App Store e che vorrebbero veder sparire tale commissione o quanto meno dimezzata, anche alla luce degli accordi che, secondo le voci, Apple avrebbe segretamente sottoscritto con Amazon e che consentirebbero a quest’ultima di versare soltanto il 15% anziché il 30.
Così il 13 agosto Apple ha rimosso l’app Fortnite dai propri negozi digitali, il 17 Epic Games ha richiesto un’ingiunzione preliminare chiedendo che ad Apple venga impedito di «Rimuovere o rendere non disponibile l’app Fornite o qualsiasi suo aggiornamento da App Store». Ieri, venerdì 21 agosto, Apple ha risposto in tribunale presentando un documento in cui spiega che «La violazione unilaterale degli accordi da parte di Epic Games minaccia l’intero ecosistema dell’App Store di Apple: un luogo che per i consumatori è e deve restare sicuro, protetto ed affidabile».
Gli avvocati di Apple hanno paragonato l’elusione del sistema di acquisto interno all’abilitazione al furto «Senza di esso, Apple non sarebbe in grado, da un punto di vista tecnico, di addebitare agli sviluppatori la loro commissione sulle vendite degli acquisti interni. Se gli sviluppatori possono evitare il pagamento digitale, è come se un cliente lascia un negozio Apple senza pagare per i prodotti, che risulterebbero praticamente rubati». Ma non finisce qui.
Nel documento, Apple accusa Epic Games di essere anche inaffidabile. «Ha dimostrato di essere disposta ad eludere le procedure di Apple introducendo, di nascosto, una funzionalità non autorizzata nel suo ultimo aggiornamento». Segue la stoccata finale: «La presenza o l’assenza di un videogioco, su un luogo o un altro, non è una questione abbastanza importante da giustificare un provvedimento ingiuntivo urgente». Ora spetta al giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti prendere una decisione.