Il giudice Denise Cote ha accettato il pagamento di 450 milioni di dollari a Stati e cittadini per risolvere la class-action nella quale Apple era accusata di avere alzato in accordo con cinque editori il prezzo dei libri elettronici.
La Casa della Mela era stata giudicata colpevole di avere tramato con gli editori per alzare il prezzo dei libri elettronici, operando per colpire la rivale Amazon con il modello “agenzia”, una modalità con la quale è l’editore a fissare il prezzo, impegnandosi ad applicarlo universalmente.
All’epoca i publisher erano per lo più legati ad Amazon, che ha spesso venduto libri in perdita al fine di sostenere il business Kindle. Tra gli editori che avevano accettato la proposta di Apple di cambiare il sistema e il modello all’ingrosso adottato da Amazon (è il rivenditore a fissare il prezzo), ricordiamo il gruppo Hachette, HarperCollins, Penguin, Simon & Schuster e Macmillan.
Amazon vendeva gran parte dei libri elettronici sottocosto, spingendo le vendite dei Kindle (guadagnando dopo); semplificando, acquistava all’ingrosso i libri dagli editori a un certo prezzo, per poi rivenderli a un prezzo inferiore, evitando di superare i 9,99 dollari. Apple è stata accusata di avere fatto pressioni e convinto altri editori a seguire una diversa politica per i prezzi, con conseguente aumento dei prezzi per gli acquirenti.