Samsung, Micron e SK Hynix sono state ancora una volta citate in giudizio per un presunto cartello sui prezzi delle memorie usate su telefoni, computer e altri dispositivi, accusate di porre in essere delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul mercato, aumentando i prezzi nel mercato delle DRAM.
Nel’azione legale si sostiene che Samsung, Hynix e Micron collaborano per gonfiare artificialmente i prezzi delle memorie. Avendo una posizione quasi totale e dominante nella produzione delle memorie, spiega Appleinsider – si presuppone che il terzetto sia in grado di controllare i prezzi delle memorie con relative facilità.
Le modalità con le quali i tre produttori in questione controllano i prezzi consiste nel limitare artificialmente l’offerta di memorie sul mercato. Creando presumibilmente penuria di chip DRAM, la forte domanda di questi componenti porta pertanto a un aumento dei prezzi.
La class action è condotta da 14 diversi soggetti, con i querelanti che affermano di essere soggetti danneggiati dalle violazioni delle norme antitrust per via della riduzione delle forniture. L’azione collettiva è presentata come condotta a nome di utenti americani che hanno comprato telefoni e computer tra il 2016 e il 2017, periodo nel corso del quale è stato registrato un aumento dei chip DRAM di oltre il 130%.
L’azione legale è un nuovo tentativo di ottenere la certificazione (certification) per proseguire, sulla falsariga di una azione collettiva che era stata tentata nel 2018 e respinta nel dicembre 2020. Non è chiaro quali siano le novità che hanno spinto lo studio legale Hagens Berman a ritentare l’azione legale.