Il DOJ non può imporre regole ad Apple per riparare al cartello e-Book. A impedire al dipartimento di giustizia di operare in maniera da decidere come Cupertino deve proporre i libri è il giudice Denise Cote che ha sentenziato in questo senso nel corso un’udienza.
Il DOJ avrebbe voluto obbligare Apple a consentire la vendita in-app degli ebook da parte di servizi concorrenti, come il Kindle di Amazon, senza pretenderne una commissione, ma l’udienza è arrivata prima del provvedimento finale che il giudice Cote avrebbe intenzione di presentare la prossima settimana. Il giudice Cote si è espressa in maniera chiara sulle sue intenzioni, escludendo anche la possibilità che altri attori del settore possano rinviare direttamente ai loro e-book store dalle loro app distribuite su App Store:
“Voglio che questa ingiunzione pesi il meno possibile su come Apple decide di gestire il proprio business […] Voglio che Apple abbia la flessibilità di innovare”, ha detto il magistrato.
Il giudice Cote si è però dichiarata incline a nominare un esperto indipendente per sorvegliare la condotta di Apple, qualcosa cui Apple si era opposta ma che probabilmente riguarderà solamente l’applicazione dei provvedimenti proposti della proposta finale, e non altri aspetti del business della Mela.
Secondo Publishers Weekly, che ha riportato la notizia, è quasi confermato infine l’obbligo da parte di Apple di interrompere il modello agenzia con gli editori, e di scaglionare le rinegoziazioni con gli stessi a distanza di sei mesi, richiesta che Apple avrebbe già accettato e che sarà presente nel provvedimento finale.