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Carte di identità elettroniche in Europa, tocca ai governi

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La minaccia di attacchi terroristici e l’immigrazione clandestina stanno spingendo verso l’utilizzo di carte d’identità elettroniche (e-ID) come mezzo per convalidare rapidamente l’identità dei cittadini.

Nonostante i vincoli finanziari, i governi di tutta Europa stanno investendo nelle nuove tecnologie per la gestione elettronica delle identità, come ad esempio chip contactless, identificazione biometrica e infrastruttura a chiave pubblica, poiché considerano i servizi elettronici un modo economicamente vantaggioso per contribuire ad alleviare le preoccupazioni relative alla sicurezza globale. Tuttavia, la distribuzione ufficiale delle carte d’identità elettroniche richiederà del tempo, poiché la tecnologia è ancora costosa e il mercato frammentato.

Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Government ID: A Fragmented and Competitive Market”, rileva che i documenti d’identità rilasciati dal governo sono stati 459,6 milioni nel 2013 ed è previsto che questa cifra raggiungerà quota 911,1 milioni nel 2018. Lo studio riguarda passaporti elettronici, tessere sanitarie elettroniche, carte d’identità elettroniche patenti elettroniche e altri tipi di documenti elettronici.

“Le normative internazionali per viaggiatori ed emigranti stanno plasmando l’ecosistema dei documenti d’identità elettronici, – afferma Jean-Noël Georges, Global Programme Director per il settore ICT di Frost & Sullivan. – Una di queste norme richiede che i paesi di tutta Europa assicurino che i passaporti elettronici di terza generazione usino una cifratura forte e che abbiano nuove funzionalità di sicurezza, come ad esempio un controllo degli accessi supplementare, entro dicembre 2014.”

Inoltre, per i documenti internazionali come i passaporti elettronici, i paesi europei devono conformarsi agli standard stabiliti dall’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO). Anche i documenti nazionali devono adeguarsi agli standard globali. Di conseguenza, alcuni paesi europei hanno iniziato a rilasciare documenti simili a quelli disponibili oltreoceano, come ad esempio la Carta Europea del Cittadino (ECC).

Sebbene questi standard e regolamenti stiano ampliando il mercato delle carte d’identità elettroniche, per i nuovi operatori è difficile riuscire a entrare in questo spazio maturo. La mancanza di competizione dà origine a conflitti e ad attività di lobbying tra i principali operatori per aggiudicarsi i progetti nazionali. Elezioni, discussioni parlamentari e pressioni da parte dell’industria influenzano direttamente questi progetti, alzandone i costi. I diversi requisiti di ciascun paese, basati su esigenze di sicurezza specifiche, servizi e obiettivi distinti, provocano ulteriori rallentamenti ed escalation dei costi nei progetti per l’implementazione e distribuzione delle carte d’identità elettroniche.

“Per minimizzare l’impatto di queste sfide, gli operatori del mercato dovrebbero allearsi con gli operatori locali o, quantomeno, avere dei rappresentanti locali per seguire la distribuzione dei documenti d’identità, – suggerisce Georges. – Dovrebbero anche definire chiaramente e soddisfare le aspettative dei clienti per guadagnare fiducia tra gli utenti finali in tutta Europa.”

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