La crisi dei microchip che ha colpito molti settori industriali, è sempre più grave e aziende che fanno ampio uso di componenti elettronici e processori evidenziano ritardi nella produzione, con tempi di consegna che si allungano a oltre un anno, e in alcuni casi fino al 2024.
Lo riferisce Appleinsider spiegando che la crisi globale dei semiconduttori sta causando problemi a molte aziende nel mondo, con la carenza di microchip che incide sulla capacità di vari vendor di portare a termine prodotti e completare gli ordini. Con il forte accentramento della produzione, molte aziende prevedono per il futuro ulteriori ritardi nelle consegne.
PowerX, ad esempio, azienda che produce vari accessori, ha segnalato che la consegna di un ordine di chip effettuato a maggio era stata prima rimandata all’autunno e ora è prevista per maggio 2022. Questa azienda non è la sola nel settore a segnalare problemi: Ian Walker – direttore operativo di Princeps Electronics (distributore di vari componenti) – riferisce che gli ordini di alcuni acquirenti sono previsti in consegna per il 2024.
Susquehanna Financial Group ha riferito al Wall Street Journal che i tempi di attesa per i chip sono passati dalle tipiche 9-12 settimane a 19 settimane nella scorsa estate, per arrivare ora a 22 settimane. Nel caso di componenti quali quelli dedicati alla gestione del risparmio energetico, i tempi medi previsti per la consegna sono di 25 settimane; per i microcontroller sfruttati in ambito automotive sono previste fino a 35 settimane prima dell’arrivo.
Anche per Apple ci sono problemi nella catena di approvvigionamento, elemento che ha segnalato annunciando i risultati del quarto trimestre dell’anno fiscale 2021, conclusosi il 25 settembre 2021. La Casa di Cupertino ha difficoltà con “nodi legacy” quali i modem e i regolatori di potenza, mentre l’accesso a nodi all’avanguardia quali quelli dei chop Apple Silicon, non sembra – almeno per ora – un problema.
La carenza di microchip è dovuta a molteplici problemi, che spaziano da questioni legate alla chiusura di strutture per la COVID-19, alla ridotta fornitura di substrati e altri materiali base, ad interruzioni nella produzione di wafer di silicio, per passare a sanzioni e divieti frutto della guerra commerciale tra l’ex amministrazione statunitense di Donald Trump e il governo cinese. A tutto questo si sono aggiunte problematiche legate alle spedizioni globali, con chip che devono viaggiare anche per 40.000 km prima di poter essere integrati in prodotti finiti.
Carenze nelle forniture di microchip hanno provocato gravi danni nel settore automotive (centinaia di migliaia di automobili in meno prodotte), con perdite economiche stimate in 15 miliardi di dollari, ma perdite anche in settori insospettabili quali la produzione di elettrodomestici comuni quali frigoriferi e forni a microonde, con varie aziende che segnalano ritardi nella consegna di nuovi prodotti.
La pandemia ha provocato rallentamenti nella produzione e le catene di approvvigionamento globali faticano a ottenere vari componenti che devono lavorare e poi spedire. Big del settore hanno promesso nuove fabbriche e investimenti ma si tratta di soluzioni che non risolveranno i problemi a breve e potrebbero servire anni prima che varie strutture diventino operative e in grado di fornire alcuni dei componenti più richiesti.