I maestri zen, se fate karate o qualche altra arte marziale giapponese, ti dicono che il tuo primo nemico è dentro di te, sei te stesso. La via è cercare di superare questo avversario interiore. È per questo che ci si inchina all’opponente prima di un combattimento: anche lui sta seguendo la stessa via e, nella sua ricerca, aiuta anche noi nella nostra a superare l’avversario che ci portiamo dentro.
Chi è l’avversario di Apple? In questo momento, se pensate ai computer portatili, è Apple stessa. Chi poteva infatti immaginare che la fila compatta di prodotti immaginati da Steve Jobs – nel senso che Jobs fu decisore e responsabile ultimo nella creazione di una matrice di prodotti chiara, ben distribuita e senza sovrapposizioni – sarebbe diventata una strana abbuffata con un clamoroso vuoto al centro?
Microsoft ha lanciato la sua nuova generazione di Surface che hanno tanti obiettivi diversi ma uno piuttosto esplicito: infilarsi nel vuoto che Apple si è creata da sola tra i suoi prodotti Pro e quelli consumer che, nel caso dei MacBook, semplicemente non esistono. Perché tra un iPad / iPad Pro e un MacBook con schermo 12 pollici, non c’è niente.
Se ne facciamo una questione di schermo, manca completamente una macchina attorno ai mille euro che le persone “normali”, quelli che usano il computer per lavoro e per svago, vorrebbero comprare. È bellissimo il MacBook Pro 15, decisamente buono anche il MacBook 13 Pro. Ma nel mezzo? Possibile che non ci sia niente sotto i 1.500 euro?
Perché oggi il MacBook Air 13 pollici è ora che venga superato. E a ottobre Apple dovrebbe farlo. Ma come? E con cosa? Chi scrive ha un’idea, anzi un desiderio. Di seguito, ecco quel che piacerebbe che Apple facesse.
Piacerebbe che Apple operasse allo stesso modo come ha operato con il MacBook Air 11 pollici. Avete presente il piccolo furetto che è stato preso, ridisegnato mantenendo il profilo laterale di tipo triangolare, rimpicciolito e al tempo stesso con uno schermo più grande e finalmente Retina.
Insomma, il MacBook Air 11 si è trasformato nel MacBook senza suffissi, ma che ha lo schermo da 12 pollici, 4 colorazioni (argento e grigio siderale come i Pro, più oro e oro rosa), una sola USB-C (non Thunderbolt 3) che fa tutto, anche da alimentazione (oltre al jack audio) e insomma, costa caro ma abbiamo capito tutti che è l’ultrabook per chi ha soldi e deve scrivere poco, perché ha avuto nel tempo una delle peggiori tastiere di Apple, anche se adesso di miglioramenti ce ne sono stati molti e ancora aspettiamo di vedere con il prossimo rinnovo se prende quella – molto miglioratadegli ultimi MacBook Pro 2018 – con le zeppe di silicone sotto i tasti.
Ecco, lo stesso trattamento dovrebbe venire per il MacBook Air 13: lo prendiamo, lo massaggiamo, ridisegniamo la scocca per farla un po’ più piccola e leggera (quello di adesso, paragonato a un MacBook Pro 13 è una barca), diminuiamo la cornice e aumentiamo lo schermo portandolo a 14 pollici, mettiamo un processore sveglio ma non sveglissimo, e un po’ di porte ma non troppe (diciamo due USB-C e una audio). Si parte con 8 GB di Ram e 128 GB di SSD e prezzo di 1.000 euro più o meno.
Perché una configurazione di questo tipo? Allora: schermo più grande del tredici pollici ma più piccolo del quindici e processore non troppo potente serve ad avere un computer che, ad esempio chi si occupa di grafica, può voler usare, ma non fa concorrenza ai Pro né dal punto di vista della potenza né da quello dello spazio di schermo. Inoltre, processore poco potente ma risparmioso, con spazio per le batterie, vuol dire, nonostante lo schermo Retina, avere un computer che fa 12 ore di autonomia.
E questa sarebbe la chiave, visto che oggi i Pro, siano essi da 13 che da 15, per autonomia della batteria sono decisamente dietro la concorrenza di altre marche, inclusi i nostri amici Surface di Microsoft. La potenza bruta si paga, e i nuovi MacBook Pro hanno potenza bruta da vendere. Ma c’è anche gente a cui serve usare un computer tutto il giorno, e se ne frega della potenza bruta.
La concorrenza interna serve ed è salvifica: Steve Jobs l’aveva chiaro mentre Tim Cook pare un po’ meno. Tant’è vero che ha messo fuori l’iPad, che è decisamente un prodotto che fa concorrenza sia ai telefoni grandi che ai computer piccoli. Il MacBook con schermo da 14 servirebbe a questo: posizionarsi sopra gli iPad Pro e fargli anche un po’ di concorrenza. Perché, se è anche vero che Apple scommette molto su questa categoria di prodotti tablet, servono anche i portatili tradizionali.
Infine, la striscia touch: qui bisogna ragionare di fino un attimo perché c’è il chip per la sicurezza T2, che fa cose notevoli anche per la gestione degli SSD, i pagamenti Apple Pay e altro. Allora, anziché fare una striscia TouchBar, basta mettere il pulsante di accensione/spegnimento TouchID (con cui si fanno anche pagamenti, si ha maggiore sicurezza etc) lasciando gli altri tasti tradizionali. E la stessa cosa andrebbe fatta anche nel rinnovo dei MacBook dodici pollici.
Singolarmente – ma forse ci sono dei motivi tecnici, non lo sappiamo – la scelta finora è stata quella di fare solo una delle due cose, cioè tenere TouchBar e TouchID assieme anche sulla versione (non più aggiornata) del MacBook Pro 13 con tastiera tradizionale e solo due porte USB-C.
Tra l’altro, il MacBook 14 pollici dovrebbe prendere il posto del Pro di transizione, che non è chiarissimo perché Apple ha tirato fuori se non facendo un ragionamento differente. La casa di Cupertino probabilmente fin dal principio voleva fare questo computer lower-cost, a costo più basso del Pro. Ma ha visto che con un progetto hardware nuovo, lo schermo Retina e tutto il resto, non ce la faceva.
Soluzione? Tenere comunque il MacBook Air – nonostante abbia dovuto tenere in inventario caricabatterie e accessori che non sono più compatibili con gli altri prodotti per la mobilità – e fare un MacBook Pro un po’ più economico togliendogli la TouchBar/TouchID e con un design differente (perché l’hardware è sostanzialmente quello di una piattaforma diversa dal MacBook Pro 13 con TouchBar/TouchID). Trecento euro più economico, per la precisione.
Adesso che sono passati un paio di anni e i costi si sono abbassati, un redesign della scocca del MacBook 13 Pro con 2 Thunderbolt e senza striscia touch per trasformarlo in un MacBook Air 13 Retina e TouchID sarebbe probabilmente molto più semplice e porterebbe ad avere una fascia di costo molto differente. Chissà, magari lo fanno davvero…
Tutte le novità presentate nell’ultimo keynote Apple sono riassunte qui: in un altro articolo invece abbiamo riepilogato tutto quello che ancora non è stato presentato e che Cupertino potrebbe lanciare in un secondo keynote in ottobre.