Samsung ha riferito di previsioni trimestrali deludenti: il profitto operativo previsto è di 6,78 miliardi di dollari, in altre parole 900 milioni di dollari in meno rispetto alle stime degli analisti. Il vicepresidente dell’azienda ha pensato di pubblicare un post con le scuse agli investitori.
“Noi, direzione di Samsung Electronics, desideriamo porgere le nostre sincere scuse”, scrive Jeon Young-hyun ammettendo che le recenti prestazioni dell’azienda non hanno soddisfatto le aspettative del mercato. “La responsabilità ricade su quelli che tra noi gestiscono l’azienda”, riferisce ancora lasciando immaginare la caduta di alcune teste.
Oltre ai risultati mediocri, i vertici di Samsung sono preoccupati per l’andamento dell’azienda nel complesso: molti prodotti somigliano fin troppo a quelli Apple, come ha evidenziato lo stesso capo di Samsung; l’uscita delle cuffie Buds 3 Pro è stata posticipata a causa di un problema di qualità. La divisione semiconduttori del gruppo fatica a cavalcare l’onda dell’IA e l’azienda subisce la concorrenza cinese per i suoi chip mobili.
La produzione di chip è all’avanguardia ma l’azienda sudcoreana in questo campo compete con TSMC, aziende che vanta tra i suoi clienti nomi quali Apple e TSMC. Il capo della divisione semiconduttori è stato improvvisamente sostituito nel mese di maggio, e il gruppo ha dovuto licenziare fino al 30% del personale in alcune divisioni a settembre. Nel suo post, Jeon Young-hyun sembra fiducioso: “Samsung ha sempre avuto una storia di sfide, innovazione e superamento di sfide che hanno trasformato le crisi in opportunità. Faremo in modo che la grave situazione che stiamo affrontando diventi ora per noi un’opportunità per fare un ulteriore passo avanti. I risultati definitivi saranno presentati il 31 ottobre, parallelamente a quelli della Casa di Cupertino.
Bloomberg spiega che tra i ritardi accumulati da Samsung alcuni riguardano la fornitura di alcune tipologie di chip usate per l’addestramento delle AI, una lentezza che ha permesso a SK Hynix di dominare nell’arena della cosiddetta high-bandwidth memory. Oltre a questo, non si vedono progressi tali da far scalfire il dominio di TSMC nella produzione di chip in outsourcing.
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